Yellen: la politica monetaria resta accomodante

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foto flickr: Day Donaldson, creative commons

In generale, il tono è risultato simile a quello dell’ultimo FOMC statement. La governatrice della Banca centrale USA ha garantito che la politica monetaria "resterà accomodante" e ha riconosciuto che gli sviluppi all'estero "pongono rischi alla crescita" degli States, visto che le "condizioni finanziarie sono meno di supporto" all'economia. In sostanza la Yellen ha ribadito che il mercato del lavoro è assai migliorato nel 2015, ma che esistono ancora sacche di debolezza. Lo scenario macro resta quello di una “crescita moderata” anche se nell’ultimo trimestre alcuni fattori (scorte, export) hanno prodotto un rilassamento. La Yellen ha riconosciuto che le financial conditions si sono deteriorate, accennando all’azionario, al credito, alla divisa e al quadro internazionale (e cinese). Se questi sviluppi dovessero protrarsi, potrebbero costituire un rischio per lo scenario macro.  Ma ha sottolineato anche gli elementi a supporto (occupazione, crescita dei salari) e quelli che potrebbero produrre sorprese positive (impatto dell’oil sui consumi). L’inflazione poi resterà bassa a lungo a causa di fattori transitori come oil e commodities.

Sulla politica monetaria, la Yellen ha giustificato il rialzo di dicembre, e chiarito che il percorso dei tassi resta dipendente dagli sviluppi futuri, e non è in alcun modo predefinito. Si è però astenuta totalmente dal prendere impegni di breve, lasciandosi aperte tutte le opzioni. La presidente ha riconosciuto in parte il mutamento di quadro globale occorso nelle ultime settimane, e parzialmente abbracciato lo scenario del mercato (almeno quello di qualche tempo fa) circa la normalizzazione (ricordo che l’ultima dot plot proiettava 4 rialzi dei tassi entro il 2016 mentre al momento il mercato ne prezza mezzo). Si è però sforzata di mantenere un bilancio dei rischi equilibrato, limitandosi a dichiarare che la situazione viene attentamente monitorata, ma nessuna decisione è stata presa.

"Personalmente, mi attendevo un atteggiamento più accomodante, che lasciasse intendere una posizione di “wait and see” sui tassi, e non un “business as usual” con qualche caveat", spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners SGR. "Questo perchè, comunque vadano le cose, mi pare difficile che tra 5 settimane si producano le condizioni per un nuovo rialzo, e non vedo l’utilità di tenere sulla corda investitori cosi stressati. Ma forse ha ragione chi mi fa notare che modifiche della stance in fasi di panico sui mercati corrono il rischio di alimentarlo anzichè spegnerlo, e che forse conviene far calare il polverone prima di agire. Certo che la Yellen odierna non risulta molto in linea con il coordinamento tra banche centrali che mi auguravo ieri. Si spera che Draghi sia più ispirato, a marzo.