USA: nessuna recessione, la tecnologia continuerà a sostenere gli utili

Marco Krenn, Unsplash
Marco Krenn, Unsplash

“Quella dell’ultimo trimestre 2018 è stata solo una correzione. L’economia americana e globale continuerà a crescere nel medio periodo”. Brian S. Wesbury, chief economist di First Trust Advisors, non ha dubbi nell’identificare in ragioni comportamentali l’ansia espressa dai mercati alla fine dello scorso anno a fronte della concomitanza di fattori di incertezza quali la guerra commerciale, le dichiarazioni sul rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve e il rallentamento cinese. Nell’incontro di Milano con i professionisti della gestione italiani, Wesbury ha messo sotto la lente i fattori fondamentali da cui deriva la visione positiva sul mercato azionario statunitense e sull’assenza di pericoli di recessione nel breve e medio periodo.

The App economy

Il primo e fondamentale elemento è rappresentato dalla tecnologia. “Per capire i mercati ed evitare le trappole comportamentali”, afferma Wesbury, “dobbiamo sempre ricordare che il dato fondamentale che guida l’andamento dei titoli è quello relativo agli utili societari”. Utili che, sottolinea il chief economist di First Trust Advisors, continueranno ad essere supportati dalla rivoluzione tecnologica, il cui potenziale di aumento della produttività non è ancora stato pienamente dispiegato. “L’aumento dei margini conseguente alla diminuzione dei costi societari grazie all’adozione di soluzioni ad alto tasso di innovazione”, sostiene inoltre Wesbury, “è un processo tutt’altro che concluso”. “Ci potranno essere fasi di compressione congiunturali”, prosegue, “ma la tecnologia continuerà a supportare gli utili societari e crediamo che il tasso di crescita attualmente scontato dal mercato sull’azionario statunitense nel 2019 sia destinato ad essere superato”.

Lo stimolo fiscale non è finito

“La riforma fiscale dell’amministrazione Trump ha portato la pressione fiscale sulle aziende americane dal 40% al 27%. Coloro che assumono una prospettiva incentrata sulla domanda credono che i benefici dei cambiamenti fiscali siano finiti, ma a nostro avviso gli investitori dovrebbero concentrarsi sull'impatto relativo al lato dell'offerta”. Il secondo fattore citato da Wesbury a supporto dell’economia statunitense è relativo all’aumento di competitività conseguente alla riduzione dell’imposizione fiscale da parte dell’amministrazione Trump. Un’operazione i cui risultati continueranno, secondo il chief economist di First Trust, per effetto di una maggiore convenienza a mantenere o riportare capitali negli USA.

Non avere paura di Fed e guerra commerciale

Due grandi paure dei mercati restano da analizzare relativamente alle prospettive dell’economia statunitense: Federal Reserve e guerra commerciale. Per quanto riguarda la prima, Wesbury sottolinea come l’attuale livello dei tassi di interesse sia ancora oltremodo sostenibile dato il ritmo di crescita a cui viaggia l’economia USA, mentre in relazione alla seconda l’attesa è per una conclusione favorevole agli Stati Uniti. “Gli accordi vigenti sono stati stabiliti decine di anni fa”, fa notare, “quando economie come Cina, India e Brasile erano in uno stato non paragonabile all’attuale”. “Le richieste dell’amministrazione Trump vanno nella direzione di una presa di coscienza del cambiamento avvenuto nel tempo e di un riequilibrio delle barriere commerciali e il fatto che la Cina abbia già iniziato un cammino verso una maggiore apertura internazionale ne è la dimostrazione”, conclude.