Uno sguardo alle ultime novità nel mercato dei fondi

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Paul Gorbould, Flickr, Creative Commons

Chi ha tenuto d’occhio l’agenda politica ed economica di questo lungo 2016 non si è certo annoiato. Tante novità (con qualche sorpresa, più o meno gradita) si sono susseguite negli scorsi mesi e tra quelle che hanno movimentato - senza però destabilizzare – i mercati, anche il lancio di nuovi prodotti che hanno ampliato l’offerta destinata sia ai clienti retail sia a quelli istituzionali.

Partiamo da Algebris Investments (UK) LLP che, dopo il successo del suo Algebris NPL Fund I (lanciato nel 2014 e che ha investito 400 milioni di euro - dei 437 raccolti - attraverso 36 operazioni concluse con 24 banche), ha deciso di lanciare l’Algebris NPL Fund II, il secondo fondo dedicato agli investimenti in non-perfoming loans.

L’Algebris NPL Fund II, gestito dal team coordinato da Massimo Massimilla, è un fondo d’investimento di diritto lussemburghese destinato ad investitori istituzionali internazionali che investirà, tramite una società di cartolarizzazione italiana, in portafogli di NPLs o in singoli NPLs di banche italiane e si focalizzerà sui crediti garantiti da real estate. Il nuovo fondo si propone di raccogliere 1 miliardo di euro entro la fine del 2017, e ha già commitments firmati per circa 210 milioni di euro e interesse espresso per 500 milioni di euro dai principali investitori istituzionali al mondo. La durata del fondo sarà di 6 anni con un periodo di investimento di 3.

“Già nel 2014 avevamo intravisto le grandi opportunità di investimento del settore degli NPLs in Italia. Abbiamo quindi deciso di lanciare un secondo fondo in considerazione dell’accelerazione del processo di pulizia dei bilanci da parte delle banche italiane voluto dalla BCE e dal SSM. Investire in NPLs in Italia permetterà alle banche di pulire i propri bilanci, condizione necessaria per fare aumenti di capitale e riprendere a fare prestiti all’economia reale. Dal 2008 al 2015 i crediti in sofferenza in pancia alle banche italiane sono cresciuti in media del 25% all’anno, raggiungendo circa i 200 miliardi di euro e con crediti incagliati per 160 miliardi di euro. Assumendo di tornare al livello pre-crisi, la quantità di NPLs che potenzialmente potrà arrivare sul mercato nei prossimi 3/5 anni è di circa 140 miliardi di Euro, di cui circa 65 miliardi secured”, ha dichiarato Davide Serra, fondatore e CEO della società.

Novità anche dal fronte di Lyxor che amplia la propria gamma di ETF obbligazionari che mirano ad elevati rendimenti potenziali quotando su Borsa Italia il nuovo Lyxor USD BofAML High Yield Bonds EUR Monthly Hedged UCITS ETF. Il prodotto consente l’esposizione alle obbligazioni high yield in USD coprendosi, al contempo, dal rischio di cambio USD/EUR (a fronte di un costo di hedge). La società si posiziona ora al terzo posto tra i più grandi provider di ETF obbligazionari in Europa con oltre EUR 11,1 miliardi di masse in gestione (al 30/09/ 2016).

“Questo nuovo ETF arricchisce la gamma di Lyxor ETF a cambio coperto (euro hedged) presenti su Borsa Italiana, affiancandosi ai 3 strumenti già presenti: un Lyxor ETF Euro Hedged su Obbligazioni Investment Grade in USD, un ETF Euro Hedged su S&P 500 e un Lyxor ETF Euro Hedged sul giapponese TOPIX”, ricorda Marcello Chelli, referente per i Lyxor ETF in Italia.

Il nuovo ETF ha come benchmark il BofA Merrill Lynch US High Yield Constrained Index, considerato il principale indice delle obbligazioni high yield statunitensi. L’indice comprende più di 2.000 obbligazioni di oltre 1.000 emittenti (più del doppio degli altri indici del settore) ed è contraddistinto da un rendimento di 6,33% in USD e di circa 4,33% in USD Euro Hedged, già al netto del costo di copertura.