Terza età: l'idea d'investimento che fa tendenza

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L’invecchiamento della popolazione, e le sue conseguenze, sono uno dei temi più studiati dalla medicina. Di recente anche le case d’investimento hanno cominciato ad analizzare il trend. La terza età è presente più che mai e gli interessi per questo settore della popolazione abbraccia quasi tutti gli ambiti. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet, dove si analizzano i dati della popolazione mondiale dal 1990 al 2013, la speranza di vita media è aumentata in entrambi i sessi di 6,2 anni, fino ai 71,5. Tuttavia lo stesso dato in condizioni di buona salute (senza problemi importanti) è aumentato di 5,4 anni, fino al 62,3. Cioè “la popolazione mondiale vive sempre di più, ma trascorre pure molti più anni alle prese con malattie”, per questo la ricerca si concentra adesso sul  tema del miglioramento della qualità di vita degli anziani, come spiega lo studio.

I gestori conoscono questa necessità demografica e sociale e, per questo, cercano di trarre benefici da questa macrotendenza nei loro investimenti, attraverso esposizioni su società che lavorano e lottano per rendere la terza età più sana. È il caso, ad esempio, del Generali Investments SICAV SRI Ageing Population, un azionario tematico lanciato da Generali Investments. Ad oggi le performance sono indubbiamente positive: da inizio anno, il comparto ha registrato un ritorno complessivo del 14.12% (benchmark MSCI Europe - Net Total Return: 8.28%, dati al 28 aprile 2017), mentre la performance dal lancio avvenuto a metà ottobre 2015 è pari al 15.81% (benchmark: 11.95%, dati al 28 aprile 2017). Olivier Cassé Giulia Culot sono i due gestori che scommettono su quest’idea d’investimento: “l’invecchiamento della popolazione rappresenta un trend demografico di lungo periodo inevitabile. Il numero degli ultrasessantenni cresce infatti in maniera più rapida rispetto a tutti gli altri segmenti, e si stima che entro il 2040 essi rappresenteranno il 19% della popolazione mondiale totale, a fronte dell’attuale 12%”, spiegano i due esperti. “Questo mutamento demografico sta già cambiando, e cambierà sempre più, le nostre società e i nostri modelli economici, aprendo al tempo stesso prospettive interessanti per tutte quelle imprese che offrono prodotti e servizi specifici per questo segmento della popolazione”.

Un fondo tematico SRI al 100%

Per questo il loro fondo nasce proprio con l’idea di cogliere opportunità offerte dalla silver economy, investendo in aziende europee che abbiano una forte esposizione al tema dell’invecchiamento della popolazione, che seguano un modello di business sostenibile e che soddisfino pienamente il loro screening SRI. “In particolar modo, abbiamo individuato tre pilastri di investimento attraverso i quali catturare questo trend: salute, pensioni e risparmio, beni di consumo. Il portafoglio finale, di cui fanno parte circa una sessantina di titoli, è quindi composto esclusivamente da emittenti operanti nei segmenti di attività collegati a questi tre pilastri. Trattandosi di un trend demografico di lungo orizzonte, anche la nostra strategia ha una prospettiva di medio-lungo periodo” dicono i due gestori.

Rispetto alla selezione dei titoli, Olivier Cassé e Giulia Culot premettono che l’intero portafoglio finale è SRI compliant al 100%. Perciò l’analisi extra-finanziaria prende in considerazione tutti gli aspetti ESG e gioca un ruolo fondamentale. “Il processo inizia con lo screening ESG dei nostri analisti SRI, guidati da Franca Perin, i quali applicano la propria metodologia proprietaria ad un universo investibile di oltre 500 titoli su 26 settori differenti” dicono. “Per ogni settore viene effettuata un’analisi di rischi ed opportunità rispetto a 34 criteri ESG, e vengono scelti i 6/7 criteri che hanno una materialità maggiore per lo specifico segmento di attività. Ogni società è pertanto valutata sulla base di questi criteri, cosa che porta all’eliminazione di quasi il 50% degli emittenti iniziali, in quanto il loro rating extra-finanziario risulta inferiore rispetto alla media del proprio settore. A questo universo ristretto viene quindi applicato il filtro tematico, in base ai nostri tre pilastri d’investimento. In ultimo luogo selezioniamo i titoli che compongono il portafoglio finale, attraverso l’analisi fondamentale delle strategie dell’impresa, del suo potenziale di crescita e di generazione di cassa e del potenziale di apprezzamento del titolo in base al nostro modello di valutazione proprietario”.

I tre pilastri su cui investire

Al momento il fondo ha circa un 30% investito nel segmento della salute, un 20% in pensioni e risparmio e un 50% nella parte dei consumi. “Ci sono quindi settori ai quali non abbiamo alcuna esposizione, data la loro mancanza di legame con il tema dell’invecchiamento”, spiegano i gestori.

Nello specifico, all’interno dei tre pilastri che ruotano attorno al fondo, ci sono alcuni settori che sono più avvantaggiati. Come ad esempio quello farmaceutico dove, dicono gli esperti “troviamo aziende attive nella cura contro il cancro, il diabete o le malattie cardiovascolari. In realtà il focus di questo segmento è ben più ampio, ed include ad esempio società produttrici di apparecchi acustici o impianti dentali, la diagnostica di prevenzione e le imprese attive nel campo delle pubblicazioni scientifiche”. Poi c’è il tema pensioni. “L’invecchiamento della popolazione ha chiaramente conseguenze non indifferenti sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici tradizionali, col risultato di andare verso modelli in cui la responsabilità di prepararsi alla pensione è trasferita sempre più ai singoli individui, a vantaggio delle imprese che offrono prodotti assicurativi e di gestione del risparmio specifici”.

Il terzo pilastro, quello dei consumi, è forse il più eterogeneo. “Da un lato, partendo dalla considerazione che oggi le persone non solo vivono di più, ma voglio anche restare in salute più a lungo e godersi gli anni trascorsi in pensione, troviamo segmenti quali l’active ageing, la cura della persona ed i supplementi alimentari, nonché le imprese attive nel settore del tempo libero e dei viaggi, come l’industria delle crociere. Dall’altro includiamo il tema della dipendenza senile, che riguarda soprattutto le fasce d’età superiori agli ottant’anni, andando ad esempio ad investire in realtà attive nei settori delle case di riposo o della domotica assistenziale. Infine, tenendo conto della forte riduzione attesa nella forza lavoro attiva, stimata nell’ordine del 27% in Europa e del 43% in Cina entro la fine del secolo, investiamo in aziende attive nell’automazione industriale, un settore che dovrebbe fortemente beneficiare di questo trend negli anni a venire”, concludono i gestori di Generali Investments.