Subordinati bancari, l'approccio di Kairos Partners SGR

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Andrea Ponti, senior portfolio manager di Kairos Partners SGR

“I subordinati finanziari sono una delle asset class con il profilo rischio-rendimento più efficiente”, spiega Andrea Ponti, senior portfolio manager di Kairos Partners SGR e co-gestore del fondo Kairos International Sicav - Financial Income che ha ottenuto il Rating Blockbuster (B) Funds People 2020. L’universo investibile di tale prodotto è composto da un massimo di 70% in AT1 e il restante 30% in altri strumenti finanziari sempre legati al mondo dei financials. “Non volevamo rendere il prodotto puramente direzionale, rispettando così la filosofia Kairos di una gestione attiva e flessibile. Il nostro obiettivo è sfruttare tutte le opportunità offerte dal mercato, ma allo stesso tempo calmierare la volatilità del comparto”, spiega Ponti. “Questo ha permesso a KIS Financial Income di essere efficiente, ottenendo nel 2019, uno sharpe ratio intorno al 3%”.

Analisi dei rischi

Per valutare il rischio emittente, si parte innanzitutto dall’analisi geografica, perché la giurisdizione e il quadro normativo variano a seconda delle singole nazioni. “Vediamo quali sono i vincoli imposti dal regolatore in un determinato Stato”, spiega il manager. “Questo ci dà un’idea della capacità di recovery delle banche in sofferenza”. In un secondo momento si guarda al singolo emittente: “studiamo l’asset quality dell’emittente stesso, in particolare le sofferenze e i crediti deteriorati. Un subordinato bancario infatti non è altro che una scommessa indiretta sulla capacità della banca di assorbire eventuali perdite da crediti deteriorati”.

Dopo di che, l’analisi si concentra sul capitale dell’emittente, prendendone in esame la qualità e la composizione, per passare poi all’analisi della profittabilità: se la redditività deriva dall’attività tradizionale della banca o dalla parte di intermediazione mobiliare o dal trading income. “Gli Istituti di Credito molto esposti al mercato dei capitali hanno una variazione maggiore degli asset, rispetto a una banca più tradizionale”.

Tutte queste analisi si riflettono sul premio al rischio. “Se il rendimento compenserà il rischio da assumere, decideremo quindi di investire sull’emittente”, spiega il gestore. “Non c’è una regola fissa, valutiamo caso per caso. In passato ci è capitato ad esempio di investire su emittenti che avevano rating bassi, ma emissioni con strutture più protette: un esempio sono le Banche spagnole il cui business è legato ai Paesi Emergenti, ma magari la cui emissione ha una struttura molto protetta”. E aggiunge: “Infatti dopo l’analisi sull’emittente è necessario procedere con l’analisi sulla struttura dell’emissione, bisogna essere un po’ burocrati, ma piccole differenze portano ad evitare errori grossolani e questo è un punto qualificante per affidarsi ad un gestore professionale.”

Esposizione in altri strumenti finanziari

Il gestore utilizza sia strumenti derivati che azioni per aumentare o diminuire l’esposizione sull’emittente. “Operiamo anche attraverso strumenti di total return swap in modo tattico, al fine di non toccare il sottostante e rischiare di annullare le eventuali performance con il bid ask”, spiega.

“Utilizziamo anche azioni per cogliere le opportunità derivanti dal mispricing tra mondo credito ed equity. Ad esempio quando una banca lancia un aumento di capitale, il titolo viene solitamente penalizzato. In tal caso andiamo corti sull’equity e aumentiamo l’esposizione sull’AT1, altro elemento distintivo di KIS Financial Income. Cerchiamo quindi di sfruttare le opportunità anche in caso di un eventuale aumento futuro dei tassi d’interesse: in linea di massima un aumento dei tassi genera margini migliori per gli istituti bancari e un incremento della profittabilità; al contempo aumenta anche la probabilità che gli AT1 vengano richiamati alla prima call riducendo sostanzialmnte il rischio estensione", aggiunge.

"Suggeriamo quindi ai nostri investitori di utilizzare i subordinati finanziari non solo come strumento per migliorare il rendimento, ma anche come decorrelante in un’asset allocation più complessiva che immunizza così l’esposizione ad un eventuale aumento dei tassi di interesse” conclude Ponti.