Strategie Growth vs Value

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L'attività di stock picking è stata sempre ritenuta chiave all'interno della composizione del portafoglio. Al di là della scelta geografica, la selezione dei titoli è una componente fondamentale nella definizione di un portafoglio di successo nel breve e lungo termine.

Lo stile growth, dando più rilevanza alla potenzialità di crescita delle società, viene spesso definito come uno stile più a lungo termine e che concentra le sue analisi sulla forza di un settore specifico. Lo stile Value invece, basa la sua scelta sui fondamentali della società, andando a capire se il prezzo è inferiore rispetto ad altri titoli dello stesso settore.

I professionisti locali parlano con Funds People nel tentativo di spiegare perché entrambe le strategie hanno vantaggi a seconda della linea che si ha deciso di percorrere. Ecco i commenti.

Francesco Rizzuto, portfolio manager Comparto Absolute Return e Life Cycle di Aletti Gestielle SGR.

"Il nostro stile growth tratta di acquistare aziende in crescita dove il potenziale di crescita è sottostimato dalle vigenti quotazioni di mercato.

Tra le società in cui ricercare la crescita degli utili e del fatturato è comune l’appartenza ai segmenti delle small cap (aziende a ridotta capitalizzazione di mercato, meno note alla totalita’ degli operatori e, per questo, dal potenziale di crescita non sempre riconosciuto), delle start up (in nascita e con forte prospettive di crescita), di nicchia (con una posizione competitiva ben difendibile e dalla crescita relativamente incondizionata dal ciclo economico). Il parametro che generalmente si considera per questo genere di investimenti e’ il confronto tra prezzo/utili e crescita degli utili, detto comunemente PEG (price/earnings/growth rate in inglese) e tra le tipologie di investitori che abbracciano questa filosofia troviamo gestori attivi e passivi, attivisti e minoritari, private equity e venture capitalist, quantitativi e qualitativi".

Silvio Castelletti, direttore Risparmio Gestito di Alpi Fondi SGR e gestore del fondo Alpi Value.

"La nostra è una strategia di value investing perché riteniamo che individuare ed acquistare aziende di qualità temporaneamente prezzate a forte sconto rispetto al proprio valore intrinseco rappresenti l’unica strategia in grado di produrre risultati straordinariamente positivi nel lungo termine. Oltre ad un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, occorrono capacità di valutazione, disciplina e pazienza. Le aziende che cerchiamo hanno business di alta qualità, con storie operative di successo e prospettive di crescita interessanti. Sotto questo aspetto, quindi, ‘growth’ rientra nel nostro stile di investimento se e solo se la crescita produce valore e c’è la possibilità di acquistarla gratis o a forte sconto sul valore che si pensa possa produrre.

Cerchiamo aziende che godono di vantaggi competitivi sostenibili, in settori protetti da barriere all’entrata, con rischi limitati e calcolabili. Una volta individuate sulla base di un’analisi qualitativa del business e del mercato, la nostra analisi quantitativa prevede la stima di un Asset Reproduction Value (ARV) del patrimonio corrente dell’azienda, supportata da un Earnings Power Value (EPV) stimato sulla base della capacità di produrre profitti cash sostenibili, in assenza di crescita. Cerchiamo di acquistare questi tipi di aziende al di sotto dell’ARV o comunque al di sotto dell’EPV, se superiore. Infine, cerchiamo di capire se la crescita produce valore e se siamo disposti a pagare qualcosa per averla".

Andrea Menescardi, analista team di gestione e coordinatore dell’Ufficio Studi di Sofia SGR.

"Il dibattito sugli stili Growth e Value tiene banco da decenni, sia dentro le accademie che fuori. Questo modo di intendere la questione, nella sua accezione dicotomica, appartiene più a un retaggio culturale del passato e lo riteniamo, per certi versi, superato. La questione, a nostro modo di vedere, dovrebbe essere posta in modo diverso: Value e Growth. Inutile negare che la crisi non abbia creato una spaccatura nel modo di intendere la finanza: il vecchio paradigma non regge più. Siamo di fronte a un mondo nuovo, e tale riteniamo debba essere il nostro modo di pensare la finanza e, più nello specifico, il nostro modo di investire.

Un vecchio adagio di Borsa recita “the trend is your friend”, e seguire il trend crediamo sia la cosa più importante, a prescindere dal 'come'. Il fatto è questo: rispetto al passato ci sembra che oggi si siano create delle asincronie nei cicli dei mercati, in parte dovute al diverso stadio di ripresa economica dei diversi Paesi, che si riflettono sia nei multipli che nel sentiment e, da ultimo, nello stile che implementiamo a livello decisionale per il picking. Un esempio su tutti: l’Europa e gli Stati Uniti, che sarebbe impensabile trattare alla stessa maniera in questo momento storico.

Entrando un pò più nel merito del come, riteniamo che, analogamente a molte altre questioni, la verità stia nel mezzo: quando scegliamo un titolo, non ci accontentiamo di puntare su società che siano semplicemente sottovalutate in termini di multipli, ma ricerchiamo profili che abbiano di fronte a sé prospettive di crescita elevate. La combinazione di utili e valutazioni cerca in questo modo di cogliere eventuali mis-pricing da parte del mercato, il tutto con il supporto di un set-up tecnico che sia a sostegno della view di stampo più strettamente fondamentale. Quale dei due approcci sia preponderante dipende ovviamente dal mercato e dal settore di riferimento, a seconda della maturità di questi ultimi".

Aniello Pennacchio, senior analyst di Euromobiliare AM SGR - Gruppo Credem.

"I modelli Growth e Value sono i più ricorrenti tra le strategie d’investimento per le azioni. La differenza principale tra queste due tipologie è la scelta dei titoli da allocare in portafoglio. Lo stile di gestione Growth individua società sulle quali si prospetta una rilevante crescita futura in termini sia di fatturato che di utili aziendali. Le scelte d’investimento Value, al contrario, si concentrano su titoli con quotazioni di mercato inferiori a quello che si ritiene essere il valore intrinseco della società. Tali società sono spesso caratterizzate da una solida storia aziendale e da modelli di business consolidati, il che rende possibile anche una più elevata distribuzione di dividendi”.
  
In realtà non esiste una strategia migliore di un’altra, ma il nostro consiglio è quello di investire in un portafoglio ben diversificato contenente sia titoli Growth che titoli Value. Spesso infatti la bassa correlazione tra i due stili d’investimento permette di compensare i risultati ottenuti dai diversi titoli, aumentando l’efficienza complessiva del portafoglio. Nel lungo periodo è possibile in questo modo ridurre, almeno in parte, i rischi derivanti da un investimento azionario".