Strategie di investimento, il futuro è nella gestione passiva

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La strada è presa: si va, sempre di più, verso una gestione passiva. Questa l'evoluzione delle strategie di investimento nei prossimi anni. La conferma arriva da PwC che, a livello globale, stima che i fondi passivi arriveranno ad avere, entro il 2020, un peso del 22% rispetto all'attuale 11%. In particolare, gli asset under management balzeranno dai tre mila miliardi di dollari del 2015 fino ai sette mila miliardi del 2020.  A parlare è Andy O'Callaghan, partner, ETF Leader EMEA di PwC, che aggiunge che “in passato la regolamentazione e le tasse hanno avuto un impatto positivo sullo sviluppo degli ETF”, mentre in futuro “i principali driver della crescita di questi strumenti, nei prossimi tre anni, saranno l'incremento della domanda da parte degli investitori istituzionali e dei consulenti, la crescente penetrazione nel mercato della previdenza e il maggior ruolo dell'educazione finanziaria”. 

All'interno di una gestione passiva, quale quella degli ETF, però si sta sempre di più affermando un approccio attivo, basato su una metodologia smart o strategic beta, che ricorre a benchmark diversi da quelli tradizionali, basati sulla capitalizzazione, con l’obiettivo di migliorare il profilo di rendimento o mitigare il rischio. Si tratta di Etf  che si collocano, quindi, in una via di mezzo tra i prodotti puramente passivi e i prodotti puramente attivi, pur conservando la trasparenza e i bassi costi di questi strumenti. “Il lavoro di squadra ha fatto sì che il mercato degli ETF abbia raggiunto un risultato importantissimo.  A fine aprile, si sono toccati i 2.860 miliardi di dollari di asset under management a livello globale e oltre i 500 miliardi nella sola Europa – spiega Mauro Giangrande, responsabile Passive Distribution di Deutsche AWM in Italia. Che poi aggiunge che  il nostro Paese ha un peso del 15%: 5,1 miliardi su 34,1 miliardi di raccolta totale degli ETF in Europa.  

Le novità di Deutsche AWM

Numeri importanti che derivano da una crescita dell'industria dell'asset management nel suo complesso. Non a caso, Deutsche AWM lancerà tre nuovi ETF nelle prossime settimane, 
I tre fondi in dirittura di arrivo su Borsa Italiana sono: Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond Short Daily UCITS ETF, Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond 1-3 UCITS ETF e Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond UCITS ETF”, anticipa Giangrande, che poi aggiunge che i primi due ETF sono unici nel loro genere. In particolare, partendo dall'ultimo,  Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond UCITS ETF replica la performance di 436 titoli da 33 paesi, per cui ha  un altissimo livello di diversificazione.  Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond Short Daily UCITS ETF, invece, unico nel suo genere, punta a replicare lo stesso indice dell’ETF precedente, ma in senso inverso, offrendo cioè prestazioni positive se l'indice scende e viceversa. Infine, Db x-trackers II iBoxx EUR High Yield Bond 1-3 UCITS ETF è il primo ETF che offre un’esposizione unica su 97 titoli obbligazionari, di 19 paesi europei, con un rating al di sotto dell’investment grade e una scadenza da 1 a 3 anni.  “Al momento non ne esistono altri in Europa e in questa fase è importante abbassare il rischio il più possibile”, commenta Giangrande. 

Andamento dei mercati

Osservando i flussi degli ETF si capisce anche qual è il mood del mercato. Il 2015 ha visto il successo degli ETF sui mercati azionari europei, anche se ad aprile, dopo tre mesi di raccolta importante,  si è assistito a una leggera inversione di tendenza. Hanno invece continuato a correre gli ETF obbligazionari, che ad aprile hanno registrato una raccolta superiore a cinque miliardi di euro in Europa.  Nel mercato obbligazionario, la categoria investment grade è risultata in testa in termini assoluti (+3,6 miliardi di euro nell'ultimo mese e +12,1 miliardi di euro da inizio anno). Segue il segmento high yield (+0,8 miliardi di euro ad aprile e +4,3 miliardi di euro da inizio anno) che finora ha fatto meglio in termini relativi.  “Nell'ambito dell'obbligazionario i costi del prodotto stanno diventando fondamentali. Con i rendimenti delle obbligazioni che si asciugano è fondamentale scegliere un prodotto efficiente e a basso costo”,  spiega il responsabile Passive Distribution di Deutsche AWM in Italia.

C'è poi un'altra tendenza di investimento in Europa: un'attenzione in generale sui rendimenti. Gli ETF a dividendo hanno registrato, infatti, una raccolta per 270 milioni di euro ad aprile e 1,4 miliardi di euro da inizio anno. Al contrario gli ETF value hanno registrato deflussi per circa 400 milioni di euro. “Ad oggi, l'interesse principale degli investitori si è concentrato sugli indici ad alto dividendo, che selezionano i titoli sulla base del dividendo e non sulla base della capitalizzazione”, commenta  Giangrande, che spiega che si tratta di un trend che sta continuando perchè, soprattutto con la contrazione dei rendimenti, l'investitore si trova davanti a una scelta: optare per una obbligazione corporate, solida, magari a 10 anni, che paga un rendimento molto molto basso, oppure indirizzarsi verso l'azione della stessa compagnia che, a rischio sicuramente  più elevato, offre un livello di dividendo che, in alcuni casi, è di 10 volte quello che paga la medesima compagnia sulla sua obbligazione. Stiamo parlando di rendimenti di 0,3-0,4% per le obbligazioni corporate, contro il 4% di dividendi.