Stephen Li Jen (Eurizon SLJ): “I bond cinesi sono i nuovi safe asset”

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Stephen Li Jen, CEO di Eurizon SLJ Capital.

Alcuni potrebbero pensare che l’investimento sui mercati cinesi sia associato ad un rischio elevato, prediligendo così altre asset class considerate più ‘sicure’. Tuttavia, riteniamo sia giunto il momento di rivedere le nostre priorità e considerare le obbligazioni in renminbi come un bene rifugio nei portafogli globali diversificati. Inserire bond in renminbi, in particolare, può migliorare significativamente il profilo di rischio-rendimento di questi portafogli.

“Non è ancora il tempo di essere pessimisti sulla Cina”, così esordisce Stephen Li Jen, CEO di Eurizon SLJ Capital, controllata di Eurizon Capital, che guarda al Dragone Rosso con un approccio globale. Il rallentamento economico della Cina non spaventa l’esperto, se si paragona ai livelli globali può essere considerato fisiologico, sebbene nei prossimi 2-3 anni ci si aspetti una crescita del pil di circa il 4,5%. “Ci focalizziamo sulle riforme e non sull’headline GDP”, aggiunge il CEO. Secondo il manager della controllata londinese di Eurizon il principale fattore che, se deteriorato, rappresenterebbe un campanellino d’allarme per l’economia cinese è il mercato del lavoro, in particolare la creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane. La soglia minima può essere individuata intorno a 11 milioni di nuovi posti di lavoro urbani all’anno. Se questa cifra non venisse raggiunta, si potrebbero avere seri problemi per il Paese. L’anno scorso sono stati creati 13,7 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città.

La domanda di beni rifugio porta ai bond cinesi

La forte volatilità e incertezza sui mercati finanziari è aumentata negli ultimi anni. Come risultato, la domanda di asset ‘sicuri’ da parte degli investitori per cercare di limitare il downside risk si è incrementata proporzionalmente. Tuttavia i tipici beni rifugio, quali bond governativi, non sono solo meno redditizi, ma anche sempre meno disponibili sul mercato a causa degli ampi programmi di acquisto da parte delle principali Banche centrali. Fanno ancora eccezione i Treasuries statunitensi. Questo ha fatto sì che l’offerta di Treasuries US diventasse sempre più abbondante rispetto a quella ai bond governativi emessi dai Paesi europei e dal Giappone. A sua volta, questo significa che la curva dei tassi statunitensi non trasmette più un segnale reale sulle prospettive future dell’economia degli Stati Uniti e che eventuali bad news fuori dagli USA potrebbero movimentare il mercato dei Tresuries con implicazioni dirette poco chiare per l’economia statunitense stessa.

Negli ultimi due anni il mercato dei bond cinesi in valuta locale si è aperto agli investitori esteri. Al contrario di quanto si possa pensare, questa asset class ha sperimentato un andamento paragonabile a quello degli asset considerati sicuri, come oro o Treasuries, soprattutto durante le fasi di turbolenza dei mercati. Le motivazioni risiedono nella struttura stessa del mercato.

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Fonte: Bloomberg ed Eurizon SLJ Capital.

Stephen Li Jen spiega che il mercato dei bond in renminbi è molto ampio, supera persino la dimensione combinata dei mercati obbligazionari tedesco, francese e italiano. E’ costituito per il 98% da investitori domestici, che tendono a reagire ai dati e agli shock in maniera irrazionale ed emozionale, mentre solo il 2% è rappresentato da stranieri. Inoltre si tratta di un mercato ancora molto ‘bloccato’ e isolato. In Cina, infatti, di fronte a un evento risk-off gli investitori domestici si trovano di fronte a una carenza di attività rifugio diverse dalle obbligazioni domestiche, perché non possono comprare oro in grande quantità, US Treasuries, o yen giapponesi. Questa corsa degli investitori cinesi verso i bond domestici è il principale meccanismo attraverso il quale i bond cinesi rappresentano un potente bene rifugio, in contrasto con lo schema consueto delle economie emergenti. Infatti, se guardiamo ai quattro episodi selezionati di risk-off globale o regionale, il rally delle obbligazioni cinesi è stato guidato principalmente da investitori cinesi.

Detto ciò, con l’apertura dei mercati finanziari cinesi all’estero, la quota di investitori stranieri all’interno del mercato obbligazionario in valuta locale è destinata a crescere notevolmente, il CEO di Eurizon SLJ Capital ritiene che potrà arrivare anche al 10-15% del totale outstanding di bond in renminbi, ciò significa circa 2 bilioni di dollari di flussi in entrata nel medio termine.

La strategia di investimento

“Puntiamo sui settori più liquidi ed emittenti con rating AAA che abbiano un profilo rischio/rendimento interessante” dichiara Li Jen. A differenza dei mercati obbligazionari dei Paesi sviluppati, in cui i governativi sono i titoli più liquidi, nel China Interbank Bond Market queste emissioni governative sono solo le seconde più liquide. I development bank bonds, che sono obbligazioni quasi-sovereign, sono solitamente più liquide dei bond governativi. Inoltre, ci sono obbligazioni corporate ad alto rating emesse da imprese statali di grandi dimensioni e da società estere. Queste forniscono stabilità e liquidità in questo mercato. Il processo di selezione dei bond all’interno del fondo Eurizon Fund Bond Aggregate RMB parte da una filosofia macro top down che porta ad individuare un gruppo di 30-70 titoli che non solo forniscono in modo efficiente un prezioso beta ma anche permettono di creare alpha.

In sintesi, le obbligazioni cinesi in renminbi offrono rendimenti in linea con le obbligazioni dei mercati emergenti con rischi simili a quelli dei mercati sviluppati.