Siamo attrezzati a entrare con consapevolezza nell’era digitale?

Bigdata
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Saper raccogliere, visualizzare e valutare i miliardi di dati diffusi e confusi nella Rete significa aprire scenari del tutto inesplorati, non solo nuove professioni e nuovi modelli di business ma cambiamenti di abitudini e di vita. Ad esempio nel giro di pochi anni l’hypervisual consentirà di vedere al buio, di superare le bande di frequenza dello spettro ottico, oppure i 'nano-bio sensori' inseriti nel corpo 'leggeranno' i dati dei fluidi corporei, una sorta di laboratorio medico incorporato ma … senza ticket e code agli sportelli.

"Siamo attrezzati a entrare con consapevolezza nell’era digitale?", si chiede Carlo Benetti, head of Market Research & Business Innovation di GAM (Italia) SGR che questa volta ha scelto di recensire per Funds People il libro "Scegliere il futuro, conoscenza e politica al tempo dei Big Data (Il Mulino 2014)" di Enrico Giovannini.

"'Scegliere il futuro' che, parafrasando Reiner Maria Rilke è già qui prima che accada, è un agile libro che aiuta a conoscere le nuove sfide e riconoscerne le insidie: ad esempio nella quantità enorme di informazioni che viene continuamente prodotta, sappiamo distinguere le notizie vere da quelle false?", spiega Benetti. La manipolazione delle informazioni modifica la formazione del consenso e delle scelte politiche, i Big Data costituiscono un rischio per la tenuta democratica dei sistemi politici? Enrico Giovannini, economista e statistico, già Ministro del Lavoro nel governo di Enrico Letta e Presidente dell’Istat, parte dal titolo della prima delle Prediche Inutili di Luigi Einaudi “Conoscere per deliberare”, e argomenta che “conoscere per decidere” è sempre più difficile quando si rischia il sovraccarico di informazioni. La statistica fornisce un prezioso strumento per vivere questo tempo attivamente, da cittadini consapevoli, non passivi. Non c’è bisogno di essere specialisti per imparare a contestualizzare la lettura dei dati, indispensabile esercizio critico per capire le relazioni tra i fenomeni.

L’ultimo capitolo del libro è “Il futuro è adesso, spetta a noi scegliere”, un’esortazione alla responsabilità, all’esercizio critico che fa distinguere i segnali dai rumori. “Se riusciremo a realizzare il cambiamento culturale che tutto ciò richiede” conclude Giovannini “non solo dimostreremo che le prediche di Einaudi non erano inutili, ma potremo dire di aver dato il nostro contributo a costruire un mondo migliore per noi e per i nostri figli. Cioè di aver fatto, né più né meno, il nostro dovere”.

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