Sell in may and go away, varrà anche quest’anno?

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charles 651959, unsplash

I primi quattro mesi dell'anno sono andati meglio del previsto, molti investitori infatti temevano che ci sarebbe stato un sequel del fatidico ultimo trimestre del 2018 che ha portato alla chiusura in negativo di circa il 90% delle asset class. Di fatto molti rischi permangono (guerra commerciale, minaccia di recessione, calo dei risultati economici, rischi geopolitici con diverse elezioni in vista), ciò invita gli investitori a porsi la solita domanda del mese di maggio. È tempo di ridurre il rischio di portafoglio? Bisogna applicare il famoso detto 'sell in may and go away'?

Secondo le diverse view, i mercati azionari possono ancora regalare delle gioie agli investitori, a patto che si tenga sotto controllo eventuali aumenti di volatilità e che non ci siano sorprese negative nei risultati delle imprese. "I flussi sono stati discreti, quindi c'è ancora molta liquidità lasciata in sospeso che si è persa questo rally, ma che potrebbe fare in modo che eventuali correzioni del mercato non siano troppo elevate e abbiano quindi vita breve", afferma Esty Dwek, head of Macro Strategy di Natixis IM.

"La grande domanda è se il mercato rialzista continuerà a viaggiare in questo modo e fino a che punto i risultati economici degli Stati Uniti influenzeranno o meno il rallentamento economico", afferma Rita Vohora, invetsment director, Equity Team, di M&G Investments. A tal proposito, Fidelity prevede una crescita degli utili a livello mondiale per quest'anno, evidenziando l'Asia (ex Japan) e gli altri mercati emergenti con aumenti dei profitti superiori al 4%. Quindi, dall’asset manager globale il consiglio è quello di continuare a scommettere sulle azioni per il secondo trimestre dell'anno, ma con più prudenza perché "sebbene le valutazioni abbiano recuperato livelli più ragionevoli, la situazione macroeconomica per i mercati azionari è lontana dall'essere ottimista".

Da J.P. Morgan AM sostengono che "le azioni continuino ad essere più interessanti rispetto al reddito fisso e che siano suscettibili di rialzo a breve termine grazie al miglioramento dei dati economici e alla pausa della Fed. Nel contesto attuale, manteniamo una preferenza per il segmento large cap a scapito delle capitalizzazioni minori, e preferiamo il valore alla crescita".

BlackRock sceglie di essere più selettivi e saper discernere quegli asset che son stati i protagonisti di questi primi mesi del 2019 e quelli che son rimasti indietro. “Abbiamo mantenuto una certa predisposizione al rischio. Tuttavia, siamo consapevoli che il recente rimbalzo dei mercati sembri fragile e difficilmente si ripeterà, e crediamo che le aspettative sulla politica della Fed siano diventate troppo accomodanti. Diamo priorità al patrimonio di qualità in settori in grado di offrire una crescita sostenuta dei profitti in un'economia in fase di rallentamento, come i valori di alcune imprese tecnologiche e sanitarie", sottolineano.

Infine, Andrea Delitala, head of Investment Advisory di Pictet AM, afferma che “i mercati sono tenuti in equilibrio da una serie di dinamiche contrastanti. Dal punto di vista strategico bisogna riconoscere che si è del tutto azzerato l’effetto dell’exit strategy avviato nel 2018: oggi i rendimenti reali (USA) stazionano sui livelli di un anno fa. I tassi di interesse in questo momento stanno scontando probabilmente preoccupazioni eccessive, e si rileva una divaricazione tra azionario e obbligazionario in cui l’obbligazionario esprime valutazioni quasi da recessione, mentre l’azionario appare scommettere su un ‘soft patch’. Non intravediamo forti rally degli indici azionari: i ritorni (ulteriori) dovrebbero mantenersi su livelli contenuti, rigorosamente a una cifra, il che richiederà scelte tattiche. Vista la neutralità valutativa, per immaginare guadagni o perdite in conto capitale bisogna attendersi sorprese sul fronte degli utili”.