Segnali positivi dalla BCE, ma bisogna contenere l’euforia

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L’atteggiamento della Banca Centrale Europea è da super colomba, forse anche troppo dato che sono state usate molte armi contemporaneamente: nessun rialzo dei tassi nel 2019, via libera al Tltro3 e proseguono i reinvestimenti finché necessario. 

“Se la situazione non migliora il prossimo passo sarà un Quantitative Easing 2”, commenta Eric Vanraes, head of fixed income investments di EI Sturdza. “Il mercato obbligazionario sta reagendo secondo le attese, con un rally del Bund e un assottigliamento dello spread con i Btp italiani”. Per quanto riguarda i dati sulle stime sono stati corretti. La stima del Pil per il 2019 è passata da un +1,7% a un +1,1%, mentre le previsioni sull’inflazione sono scese da un 1,6% a un 1,2%. “Manteniamo il nostro target sul Bund tedesco allo 0%, potenzialmente con un ritorno in territorio negativo”, commenta. 

“La nuova serie di Tltro, a partire da settembre, sarà di beneficio alle banche italiane tier 2, evitando una possibile riduzione dei finanziamenti”, spiega Flavio Carpenzano, senior portfolio manager fixed income di AllianceBernstein. “Gli istituti italiani hanno fatto pesante affidamento nel Tltro 2, prendendo in prestito circa il 35% dei 722 miliardi di euro totali. Le altre banche europee, a confronto, hanno avuto un’esposizione decisamente minore. Senza la manovra della Bce, le piccole banche in Italia avrebbero dovuto rifinanziarsi e sostituire altre forme di finanziamento a tassi più alti, erodendo i margini di profitto e tagliando i crediti”. 

Contenere l’euforia

"Questo va certamente al di là di quanto la maggior parte di noi pensasse che la BCE avrebbe fatto. In questa fase, la BCE ammette che nei prossimi mesi l'economia europea si troverà di fronte a forti ostacoli”. I mercati potrebbero reagire positivamente con un aumento dei rendimenti obbligazionari e un rialzo marcato delle azioni, accompagnati da vendite sull’euro”, commenta Paul Diggle, senior economist di Aberdeen Standard Investments

La BCE sta facendo tutto il possibile all’interno del suo framework legale per mantenere il costo del credito basso, ma finché la domanda di credito non si riprenderà in maniera significativa, la Banca Centrale continuerà a faticare. A detta di Nick Wall, gestore di Merian Global Investors, le misure decise dalla BCE, dovrebbe essere parzialmente d’aiuto, mantenendo i costi del credito bassi. “Tuttavia, la questione problematica in Europa continua ad essere la domanda per il credito. Perché tale domanda aumenti, l’Europa dovrà sperare in una ripresa della crescita in Cina che sostenga le sue esportazioni e in un aumento delle spese pubbliche. Anche una crescita della fiducia dei consumatori ridurrebbe il tasso di risparmio che è si è impennato dopo il complesso quarto trimestre del 2018”.

A seguito del meeting della BCE, l'euro è sceso. "Questo riflette una prospettiva economica più negativa e uno stimolo minore del previsto, ma riteniamo che una stabilizzazione della crescita, a livelli più bassi, sia probabile, limitando il potenziale di ribasso", commenta Esty Dwek, senior investment strategist di Natixis Investment Managers.

In conclusione, gli asset orientati alla crescita saranno a rischio quest'anno se il rallentamento dell'economia globale persisterà. “Riteniamo che parte della ripresa dei mercati azionari a cui abbiamo assistito dall'inizio dell'anno non abbia a che fare con i fondamentali sottostanti, che continuano a deteriorarsi e a deludere, ma sia dovuta a fattori tecnici che potrebbero facilmente invertirsi, nonché al recente atteggiamento accomodante delle Banche Centrali”, Jeremy Gatto, investment manager di Unigestion