Schroders: l’accelerazione della crescita globale nel 2017

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Jayel Aheram, Flickr, Creative Commons

Nel 2016, lo scenario economico globale è stato chiaramente caratterizzato da un’alta volatilità, e ciò è dato dal fatto che mai come in passato si sono verificati una serie di eventi politici, con annesse sorprese che hanno smentito i sondaggi, ad una distanza cosi ravvicinata l’uno dall’altro. Non è un caso infatti che solo il 24% dei gestori attivi europei (ex UK) e nord americani, è riuscito a sovraperformare nel 2016. In questo clima di incertezza globale a fare meglio è stata la categoria dell’azionario USA, contrariamente a quanto registrato dal settore commercial property, il peggiore.

Giuseppe Marsi, CEO di Schroders Italy SIM e responsabile del Wealth Management in Italia, fornisce una breve view sul processo di gestione di Schroders, affermando che "le valutazioni di ogni scelta strategica viene effettuata in base al budget di rischio, in modo da verificare che queste abbiano un riferimento di rischio all'interno dei portafogli gestiti".

Secondo Schroders, attraverso un’analisi sul ciclo economico globale mostrata da Caspar Rock, group chief Investment officer Wealth Management, il 2017 sarà un anno di crescita maggiore rispetto al 2016, con una più alta inflazione e più alti tassi di interesse. La crescita globale dovrebbe quest’anno segnare un progresso del 2,8%, con un maggior slancio dell’inflazione negli USA e nel Regno unito. Secondo Rock, “negli Stati Uniti il momentum economico sta accelerando, grazie ai migliori fondamentali dei consumatori e a una continua ripresa della produzione industriale. In quest’ottica, gli indici di fiducia hanno raggiunto i livelli massimi da 10 anni dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali, mentre la crescita salariale guadagna velocità, alla luce dei continui miglioramenti del mercato del lavoro”.

Un altro segnale positivo è dato dalla crescita dei mercati emergenti che, “per la prima volta dal 2010, nel 2017 dovrebbe accelerare. Il Brasile e la Russia dovrebbero finalmente tornare in una fase espansiva, dopo due anni di recessione nel 2015 e nel 2016”, prosegue Rock, avvertendo però che “naturalmente, tassi di interesse più elevati negli Stati Uniti potrebbero costituire un ostacolo”. In effetti, uno dei temi macro chiave è la politica monetaria della FED, che potrebbe rivelarsi più “da falco” delle attese. Il dollaro statunitense resta quindi un fattore centrale da osservare per posizionarsi in maniera ottimale sul fronte degli investimenti.

Francesco Murgiano, CIO Wealth Management in Italia di Schroders, spiega che, “la valutazione della fase del ciclo economico, insieme al processo di investimento, sono gli elementi per la determinazione di una corretta valutazione strategica. Questo si divide in quattro fasi: rallentamento, recessione, recupero ed espansione. Siamo quindi in una fase di espansione, che di per sé è una fase critica. Quello che connota il 2017 sono una serie di rischi politici ed economici concentrati, che non si sono visti in più di cinquant’anni. Oltre alle elezioni in Francia, Olanda, Germania e probabilmente in Italia, in Europa ci sono altri rischi di tipo strutturale, in quanto l’Eurozona non riesce a gestire i flussi migratori e ad avere una politica fiscale comune, che permetta di spingere sulla crescita. Negli Stati Uniti, uno dei principali rischi è rappresentato dal protezionismo di Donald Trump, che potrà avere degli impatti di governo internazionale e quindi sulla crescita economica globale”.

In questa fase del ciclo economico, l’esperto afferma che “l’avvicinamento della nuova amministrazione americana alla Russia sicuramente ci fa ben sperare, la decisione dell’Arabia Saudita di rientrare all’interno dei suoi confini, occupandosi più di questioni economiche che non di egemonia sull’area, ci fa pensare che non sia un problema. È opportuno osservare con attenzione l’evoluzione della contesa delle isole Senkaku-Diaoyutai tra Giappone e Cina, considerata la loro importanza per decisioni di rotte navali e per giacimenti petroliferi”. In questo contesto, per Schroders la visione internazionale ricopre un ruolo fondamentale, in quanto permette di offrire al cliente opportunità che non sarebbero visibili utilizzando una visione locale. Un altro elemento importante è la flessibilità, che riguarda l’allocazione tattica degli strumenti all’interno della strategia. Questa non può essere utilizzata nello stesso modo all’interno delle diverse strategie che si offrono ai clienti. Un’analisi corretta del ciclo economico e un’analisi di investimento consistente, sono gli elementi essenziali per una buona strutturazione dell’allocazione strategica.