Sbuca a sorpresa la banca centrale cinese

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Già nel corso del mese di ottobre abbiamo evidenziato come tensione e negatività viste sui mercati fossero riconducibili a logiche prevalentemente speculative e come le attese volgessero a favore di un equilibrio maggiormente sostenibile e soprattutto mantenessero inalterato il sentiment positivo sottostante agli azionari in ottica ciclica. La dinamica offerta dai mercati nel mese di novembre ha confermato il clima positivo descritto reinquadrando il trimestre in un ottica decisamente più rialzista rispetto a quella presunta da molti in fase iniziale. Bene dunque gli azionari (+1.84% l’indice globale MSCI World) anche se i numeri di performance continuano a non essere supportati da un ciclo economico altrettanto buono, in particolare per area euro e Giappone.

Dall’avvio della crisi finanziaria il principale driver dei mercati finanziari restano gli interventi delle Banche Centrali. FED e BoE, su questo fronte, hanno già ampiamente utilizzato questa leva, ed ora a fianco delle politiche monetarie espansive della Bank of Japan, si affaccia un po’ a sorpresa la banca centrale cinese che tagliando recentemente i tassi di interesse si inserisce a pieno titolo nella 'guerra valutaria globale'. In questo contesto la BCE è risultata al momento meno interventista anche se ora, alle prese con il problema deflazione e con l’aggravarsi della situazione economica, sono i più a scommettere su un imminente provvedimento. Mentre su questo tema si concentrano le incertezze e le attese della maggior parte degli operatori finanziari, sulle azioni continua a prevalere l’ottimismo: nuovi massimi storici per l’indice americano (S&P500 +2.45%) con l’area euro in generale recupero (+4.42%) trainata soprattutto dal mercato tedesco (+7.01%). Molto bene anche l’indice giapponese Topix (5.75%) mentre i Paesi Emergenti sono risultati quelli in maggior affanno (-1.12% complessivamente). Male la Russia (-10.74%) con il Brasile (Bovespa: +0,07%) decisamente altalenante nelle sue dinamiche, penalizzato dal calo delle materie prime e dalle precarie condizioni dell’economia. Sui settori difficoltà solo per gli Energy mentre sovraperformano Consumi Ciclici, Non Ciclici ed Information Technology.

Continuano a far bene in novembre anche le obbligazioni. Rendimenti dunque in discesa sul mercato dei titoli obbligazionari sia statunitensi che europei mentre si registra qualche difficoltà sugli Emergenti. Tassi in generale calo soprattutto sulla parte più lunga della curva. Mercati periferici avvantaggiati in questa fase: lo spread BTP- Bund è sceso a quota 155 punti base, con un tasso d’interesse offerto dal BTP decennale sceso al 2,342%. Positivi ma sottotono i temi Corporate ed High Yield sia Usa che Euro. Limitati i movimenti valutari (-0.58% EurUsd) con l’eccezione dello Yen, ancora molto debole (oltre -5.00% sia verso Euro che Dollaro). Infine sul mercato delle commodities continua a scendere il prezzo del petrolio (-18,6%) con il Brent sceso sotto la soglia di 70 dollari, -35% rispetto a quanto valeva ad inizio anno. Più stabile invece l’oro che resiste alle pressioni in vendita (-0.52% nel mese). Le attese positive incorporate dai mercati, che si tratti di Borse piuttosto che di Bond, sono dunque significativamente cresciute e l’ultimo mese dell’anno va nelle direzione di confermare questo sentiment.