Raimondo (Banca Reale): "Ecco come selezioniamo i prodotti migliori"

Davide Raimondo
immagine concessa

Non possiedono fondi propri ma si concentrano su fondi terzi, attraverso un processo di selezione basato su un’approfondita due diligence qualitativa e quantitativa, partendo dalle informazioni disponibili sul database di Allfunds. Un processo che, come spiega Davide Raimondo, responsabile delle gestioni patrimoniali di Banca Reale “ha come obiettivo la creazione di valore per l’investitore finale attraverso il raggiungimento di un rendimento corretto per il rischio superiore al mercato”.

Nata dall’incontro tra il mondo assicurativo e quello finanziario, Banca Reale fa il suo ingresso nel panorama bancario nel 2000, proprio con l'obiettivo di offrire un servizio capace di creare valore aggiunto per i clienti. Giovane e dinamica, allo stesso tempo pone le basi sulle fondamenta di un gruppo con oltre 185 anni di esperienza: Reale Group (che ingloba Assicurazioni S.P.A., Reale Immobili S.P.A., Blue Assistance S.P.A. e la società spagnola Reale Seguros Generales S.A), con a capo una delle realtà assicurative più note, Reale Mutua. Ad approfondire il processo e la strategia di gestione dei portafogli di Banca Reale provvede il team di analisi, guidato per l’appunto dallo stesso Raimondo: cinque professionisti, oltre al responsabile, di cui tre specializzati negli investimenti diretti in titoli e due dedicati ai fondi.

Un processo di selezione mirato

La gestione, attraverso l’utilizzo di fondi, è indirizzata prevalentemente ai portafogli delle unit linked e delle gpf/gpm. Ma come funziona il processo di selezione dei prodotti? Come afferma Raimondo, l’istituto seleziona fondi esclusivamente in classe istituzionale, con un size di almeno 100 milioni di euro con tre anni di track record minimo. Attraverso l’analisi qualitativa, si approfondiscono elementi quali ad esempio la trasparenza e la coerenza del processo di investimento, il sistema di controllo del rischio, l’organizzazione aziendale oltre alla struttura tecnico organizzativa e allo stile di gestione. “Viene quindi impostato un vettore costituito da alcuni parametri quantitativi che prevede, prima di tutto, una nostra riclassificazione dei fondi per categorie omogenee e un’analisi di peer group con un confronto con gli indici di riferimento”, dice l’esperto.

“Questo passaggio è cruciale per avere la certezza che tutti i fondi associati a una determinata categoria siano effettivamente paragonabili tra loro per mercato di riferimento e per stile di gestione e contribuisce a ottimizzare l’efficacia delle scelte in termini di fund picking”. Nella selezione rientrano ovviamente anche analisi settoriali e geografiche specifiche. “Il processo prevede una discussione periodica dell’asset allocation strategica in sede di comitato investimenti” spiega Raimondo, “di norma con cadenza mensile, anche se ci sono stati casi di particolare stress di mercato in cui le revisioni sono state più frequenti; il monitoraggio delle posizioni nelle quali siamo investiti è giornaliero”. 

Tra i prodotti gestiti da Banca Reale particolare rilevanza hanno i portafogli svincolati da un benchmark di riferimento settoriale o geografico e gestiti con un rigoroso controllo della volatilità con l’obiettivo di cogliere le migliori opportunità che i mercati possono offrire. Tra le aree geografiche più apprezzate, sulla scia dello scorso anno, ci sono i Paesi emergenti, sia sulla parte equity sia su quella dei bond. “Per noi, storicamente, queste aree geografiche hanno sempre rappresentato una minima parte del portafoglio, ma da diversi anni stanno avendo un peso sempre maggiore” commenta il gestore. “Anche qui, selezioniamo i fondi che non replichino banalmente il benchmark, ma che attraverso una gestione attiva possano offrire il miglior potenziale di crescita. “È importante avere una gestione dinamica e flessibile, ben diversificata rispetto ai settori classici e tradizionali, oltre a saper cogliere le opportunità offerte dal mercato”, specifica Raimondo.