Rabitti (Morgan Stanley IM): “Puntiamo sui PAC per crescere sull’azionario”

Rabitti
Niccolò Rabitti, responsabile della distribuzione retail in Italia, Morgan Stanley IM

Far crescere l'esposizione all’azionario dei risparmiatori italiani sfruttando uno strumento mai come adesso attuale: i PAC. Questo l'obiettivo strategico per l'anno in corso di Morgan Stanley IM. Secondo il responsabile della distribuzione retail in Italia, Niccolò Rabitti, nel mercato nazionale, malgrado gli ultimi dieci anni di bull market, il peso dell’equity nei portafogli non è cresciuto. Diventano così interessanti i Piani di Accumulo del  Capitale (PAC), per la loro capacità di consentire un accesso ai mercati dilazionato nel tempo, evitando il rischio di market timing. “Gli investitori italiani partono da un'esposizione azionaria più bassa rispetto alla media dei Paesi anglosassoni”, fa notare Rabitti. “Tuttavia, se si decide di puntare in modo vigoroso sul segmento, il rischio di entrare nei mercati con un timing sbagliato è elevato”, afferma.

I PAC: uno strumento attuale

Come aumentare dunque in modo strutturale la componente azionaria nei portafogli senza incorrere in questo pericolo? L'idea di Morgan Stanley IM è di mettere al centro dei propri piani commerciali il PAC. “Non è uno strumento innovativo o disruptive, ma le sue potenzialità sono sottovalutate”, spiega Rabitti, secondo il quale, un’abitudine che private bankers e consulenti dovrebbero correggere è quella di abbinare questa tipologia di strumenti a somme modeste. “I PAC sono solitamente proposti ai figli dei detentori di patrimoni per la gestione dei risparmi, mentre i capi famiglia sono indirizzati verso altri investimenti”, sottolinea. È necessario quindi un cambio di ottica su questo strumento, valorizzato per l’allocazione nel tempo di capitali anche ingenti. In quest’ottica Morgan Stanley IM ha deciso di portare a zero i costi legati all'accensione di nuovi PAC e i costi amministrativi sui versamenti di quelli in essere. “La nostra gamma prodotti si presta bene ad essere utilizzata attraverso i PAC”, afferma Rabitti. “Vogliamo unire la competenza che il mercato ci riconosce per l'equity ad uno strumento, come i PAC, reso più interessante anche dal punto di vista dei costi”, conclude.

Equity vs private equity

Come conseguenza dei bassi rendimenti dell’obbligazionario, un trend affermatosi negli ultimi anni in Italia è stata la crescita dei private markets. Nella ricerca di nuove fonti di guadagno gli investitori hanno però evitato l'azionario tradizionale. Il parere di Rabitti è chiaro: “Considerare il private equity una fonte di diversificazione differente dall’equity è fuorviante, perché l’investimento è comunque in azioni che, nel secondo caso, sono quotate, mentre nel primo no. L'utilizzo di strategie illiquide con l’obiettivo di gestire l'emotività del cliente, laddove in assenza di fluttuazioni delle quote si generano meno preoccupazioni, è sbagliato”, spiega. “Inoltre il beneficio dell’orizzonte di lungo periodo non è un buon termine di paragone, dato che tenere in portafoglio un prodotto azionario classico per un periodo equivalente – aggiunge - può generare rendimenti superiori”. I mercati privati restano comunque interessanti, secondo il manager, data la loro scarsa penetrazione a completamento dei portafogli.

Ampliamento orizzontale della gamma prodotto

Per quanto riguarda le novità di prodotto, Morgan Stanley IM si concentra su uno sviluppo orizzontale della gamma, avvalendosi di competenze consolidate grazie ad una proposizione commerciale distintiva. “I nuovi prodotti nascono da eccellenze gestionali come il Global Brands Equity Income, un fondo che replica la strategia di successo del Global Brands, che nel 2020 ha ottenuto il triplo rating ABC di FundsPeople, a cui viene aggiunta la caratteristica della distribuzione dei dividendi annuali”, spiega Rabitti. “Allo stesso modo, dal Global Fixed Income Opportunities è nato l'European Fixed Income Opportunities, una strategia che sta crescendo molto in Italia, fatto che ci rende doppiamente orgogliosi, in quanto solitamente siamo riconosciuti come un’eccellenza sull’azionario”, conclude.