Quelle linee di faglia che modificano l’asset allocation

Carlo-Benetti
Carlo Benetti, market specialist, GAM SGR

“Ci sono delle linee di faglia con cui dovremo fare i conti per i prossimi anni”. Così esordisce Carlo Benetti, market specialist di GAM SGR, nel presentare lo scenario globale di lungo termine.

Il primo punto di frattura è rappresentato dalla questione demografica. “La popolazione si è quadruplicata negli ultimi 100 anni, e la percentuale di giovani è sempre inferiore. In Italia, per esempio, l’età media è di 44 anni, in Germania 46, questo richiede una rivoluzione nel welfare, di conseguenza i sistemi previdenziali devono essere ripensati”, argomenta Benetti. “Un’altra sfida che l’economia deve affrontare nel futuro è il problema del surriscaldamento climatico, che dà la possibilità di aprire nuove rotte e modifica la competizione tra gli Stati. A queste linee di faglia si aggiungono poi i conflitti senza armi, vale a dire la guerra dei dati e il problema della migrazione. Oggi circa il 3,3% della popoplazione mondiale emigra, il che corrisponde a circa 243 milioni di persone. Questo condizionerà la politica e avrà una ricaduta sulle scelte economiche. Infine un ultimo cambiamento importante è rappresentato dallo spostamento del baricentro politico ed economico verso il pacifico, cioè i Paesi asiatici stanno aumentando sempre più la loro influenza, affiancando gli Stati Uniti, a scapito di Europa che rappresenta ormai la periferia del mondo”, aggiunge l’esperto.

“Queste linee di faglia creano particolari pressioni sugli investitori, a tal punto da generare un risparmio in eccesso rispetto agli investimenti a disposizione, cioè formano capitale inagito. Una maggiore aspettativa di vita, per esempio, porta a risparmiare di più, si viene a creare quindi il fenomeno anomalo della preferenza temporale negativa, il consumo futuro è valutato maggiormente del consumo attuale. Anche l’incremento delle disugualglianze tende a favorire il risparmio inagito, come anche l’uso della tecnologia. Con l’emergere di questi punti di rottura, è necessario anche cambiare il modo di gestire i risparmi. Nei prossimi anni infatti bisognerà dare la priorità all’implementazione di processi di investimento che minimizzino il rischio di downside. Quindi sarà importante privilegiare un’asset allocation diversificata, anzichè puntare sullo stock picking”, commenta Benetti.

“Nell’asset allocation di lungo termine non potremo trascurare le potenzialità dei Paesi emergenti nelle nostre asset allocation. Il 60% della crescita della popolazione mondiale proviene da lì, ma possiedono solo un quarto della capitalizzazione delle borse, dunque questa sproporzione verrà colmata gradualmente. Dovremo considerare poi i nuovi trend di consumo, si è passati infatti dall’acquisto dei beni alla preferenza per l’esperienze. Infine, la digital disruption sarà un altro driver che farà la differenza, le opportunità di alpha provengono da quelle società che risultano essere avvantaggiate dall’innovazione”, conclude l’esperto.