Quali opportunità sul mercato italiano secondo Kairos

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Massimo Trabattoni, head of Italian Equity, Kairos

L’Italia sta affrontando prima degli altri paesi europei l’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus e potrebbe anche essere la prima ad uscirne. “Tuttavia i problemi risultano aggravati dalla situazione strutturale italiana, che vede da diversi anni una crescita economica piuttosto anemica e un debito pubblico elevato”, ricorda Massimo Trabattoni, head of Italian Equity di Kairos Partners SGR. “Tuttavia, considerato che il fenomeno sarà di portata globale, resta probabile che l’Italia si trovi oggi più avanti anche in una fase di correzione del mercato”.

È importante rimanere selettivi in questa fase perché oggi il mercato ha troppe incertezze: gli strumenti monetari risultano poco efficaci e per quelli fiscali bisognerà vedere nello specifico come saranno articolati Piazza Affari ha perso il 40% con una riduzione di circa 200 miliardi. “Un salasso in parte giustificato, diciamo per un 10% da minori utili attesi sia per l’anno in corso ma anche per il 2021, un altro 10% può essere attribuito alla riduzione dei multipli di Borsa dovuto anche al fatto che si partiva da quotazioni di mercato molto alte, mentre il resto è imputabile alla crescita attesa del maggiore indebitamento delle società quotate”, spiega il gestore.

Quali opportunità sul mercato italiano secondo Kairos 

Le quotazioni sembrerebbero incorporare buona parte di uno scenario negativo. “Il tema, tuttavia, non è se il mercato possa scendere ulteriormente perché nessuno può escludere che gli indici possano accusare nuovi cali quanto piuttosto i tempi che si possono ipotizzare per uscire da questa situazione, cioè quando il paese tornerà ad una vita e ad una attività normale”, aggiunge. “Al momento il mercato riflette uno scenario piuttosto negativo, ma è anche vero che delle opportunità ci sono, per esempio le utilities. Una delle certezze sulle quali si può ragionare è che i tassi di interesse resteranno bassi. Pertanto, quei titoli di società in grado di generare ritorni, e meno legati a variabili difficili da stimare oggi, hanno sicuramente una valutazione relativa più attraente rispetto al resto del mercato”.

Per quanto riguarda il settore finanziario il discorso è diverso: “credo che la BCE non abbia interesse a far fare utili alle banche quanto piuttosto a tenerle in vita, assicurando in tal modo che le ‘autostrade finanziarie’ non interrompano il flusso di finanziamenti verso le imprese”, spiega. “Da un lato, dunque, si ha la rassicurazione che le banche non falliranno perché il regolatore permette loro di fare ‘quasi tutto’ pur di restare in attività, mentre dall’altro lato è bene ricordare che generare profitti non sarà affatto semplice nello scenario che va a configurarsi”.

Le piccole-medie imprese

Per quanto riguarda poi le aziende di media e piccola capitalizzazione occorre distinguere tra investitori e gestori di fondi: “il singolo investitore che ha liquidità da utilizzare in ottica di medio lungo termine, senza esigenze di budget personali e familiari immediate, può cominciare a prendere in considerazione in modo selettivo alcune di queste opportunità. Un gestore di fondi, invece, deve considerare la liquidabilità del portafoglio: nel caso in cui sopraggiungessero forti e inattese richieste di riscatto non deve trovarsi costretto a vendere posizioni che possano generare ingenti perdite perché non si possono escludere ulteriori forti correzioni anche da questi valori già sacrificati”, conclude.