Puntare sul debito emergente in chiave ESG, la ricetta di Nordea AM per la ripresa

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Joshua Lanzarini, Unsplash

Lo shock per la diffusione del Covid-19 ha avuto un impatto significativo sull’economia globale e non ha risparmiato i mercati emergenti. Nordea AM, che nella sua gamma di prodotti presenta diverse soluzioni sul comparto tra cui l’Emerging Market Bond Fund, che nel 2020 ha ottenuto il rating Blockbuster (B) di FundsPeople, ha dedicato un recente evento online al tema, focalizzato su debito emergente e tematiche ESG. “Si è tanto parlato di una possibilità ripresa a ‘V’ per l’economia globale, ma noi non crediamo in questo scenario, e prevediamo che la ripresa sia poco entusiasmante” esordisce il senior macro strategist del debito emergente di Nordea, Witold Bahrke. Secondo l’esperto, il recente incremento dei tassi di infezione del virus negli Usa e in America Latina, la lenta ripresa dei consumi e l'incognita sullo scenario che si avrà dopo la fine delle misure di stimolo messe in atto dai governi e Banche centrali creano molta incertezza e “un terzo trimestre del 2020 particolarmente tumultuoso, con possibili default societari”. Tuttavia Bahrke mantiene una view moderatamente positiva sul comparto emergente, anzi, alcune fattori lo potrebbero favorire nella seconda parte dell’anno: l’environment di bassa crescita, bassa inflazione, tassi bassi e misure espansive delle banche centrali creano a nostro avviso un contesto positivo per la duration del debito emergente”, argomenta lo strategist. Inoltre c’è un aspetto in più che rende l’asset class particolarmente appetibile: la caccia ai rendimenti: “il rendimento medio del debito emergente si aggira attorno al 5,5% contro un rendimento dei Paesi sviluppati che è sostanzialmente a zero”, conclude lo strategist.

Attenzione elevata per l’engagement e criteri ESG

I criteri ESG si sono dimostrati nel tempo un mezzo per mitigare il rischio di un portafoglio, sul lato corporate ma anche governativo: “Investiamo solo in debito sovrano in cui si prospetta una traiettoria positiva per i temi ESG”, afferma, Thede Rüst, portfolio manager della strategia Emerging Stars Bond e capo del debito emergente, con un passato nel comitato delle Nazioni Unite che si è occupato dei Principi dell'Investimento Responsabile (PRI). “In Nordea abbiamo lavorato molto per ridurre le emissioni di carbonio nei portafogli e molto nell'engagemnet, e non solo nell'esclusione. L’azione di engagement nel comparto obbligazionario è però diversa che nell’azionario perché non ci sono board o assemblee degli azionisti a cui fare riferimento”, spiega l’esperto. Nordea AM è quindi partita dai criteri ESG per stilare un ranking degli emittenti in base al loro impegno per la sostenibilità e grazie ad un punteggio stabilito in house, valuta i diversi Paesi, dividendoli in tre gruppi A B e C dove la C è rappresentata dagli stati esclusi dalle strategie di investimento per il loro rischio ESG.

“Un caso specifico di engagment diretto che ha suscitato attenzione anche nei media è quello del Brasile. La gestione dell'ambiente nella foresta amazzonica è diventata una sfida per la crescita strutturale del Paese. La foresta potrebbe essere una risorsa, ma la Francia ha minacciato di abbandonate il deal del Mercosur nel caso di un suo sfruttamento. Noi di Nordea abbiamo deciso di sospendere gli acquisti di bond governativi brasiliani con il risultato che i ministeri brasiliani hanno avviato con noi un dialogo che ha portato al cambiamento da parte del Ministro dell'ambiente in Brasile della legislazione sulla foresta”, conclude.