Private banking: tre strategie su cui puntare per guadagnare efficienza

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Kara Eads, Unsplash

Il private banking è stato a lungo il settore più redditizio nell’universo bancario globale. Tuttavia, nel corso del 2018 qualcosa si è inceppato: se tra il 2012 e il 2017 i profitti del settore a livello europeo sono cresciuti in media del 6% -  supportati da risultati positivi sul mercato – lo scorso anno è stato archiviato con un calo dell’8%, complici il crollo degli AuM (-4%) e l’aumento dei cosi (2-3%). È quanto emerge dall’indagine “European private banking: An inescapable call for action” condotta dalla società McKinsey.

Come si legge nel report, il 2018 ha visto il declino dei profitti a 13,5 miliardi di euro dai 14,7 miliardi dell’anno precedente mentre i margini sono scesi a 22 pb, con una perdita di 3 pb rispetto all’anno anteriore. Tra le ragioni di questa battuta d’arresto, gli esperti della società di analisi indicano “l’assenza di venti di lunga data sui mercati finanziari e il deterioramento del mercato nel quarto trimestre” che hanno portato alla luce le sfide strutturali che l’industria private avrebbe dovuto affrontare da tempo.

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Un altro elemento su cui si sofferma il report riguarda il fatto che le performance del 2018 abbiano ulteriormente evidenziato i benefici delle economie di scala. In media i player di piccole-medie dimensioni hanno registrato costanti sottoperformance. Negli ultimi 5 anni i margini di profitto delle banche con total asset inferiori a 10 miliardi di euro sono scesi a 1bps dai 7 bps del 2014. Viceversa, i margini di profitto delle banche di grandi dimensioni (con asset superiori a 30 miliardi di euro) sono arrivati a quota 40bps rispetto ai 39bps del 2014. I benefici di scala, uniti alla natura frammentata del settore, hanno significato che 2/3 dei player non sono riusciti a migliorare la loro profittabilità negli ultimi 5 anni.

Il 2018, dunque, è stato un anno piuttosto impegnativo che ha, tra le altre cose, evidenziato la necessità di una riconfigurazione dei modelli di business all’interno del settore del private banking, resa ancora più urgente dal potenziale rischio di un rallentamento globale. "Il ricorso a misure tattiche come la digitalizzazione selettiva dei servizi o l'introduzione di nuovi temi di investimento (come gli ESG, ad esempio) potrebbero non essere più sufficienti", si legge nel report. Per poter operare in uno scenario caratterizzato da asset e margini in costante calo, dunque, bisogna puntare su altre strategie che gli analisti di McKinsey riassumono sostanzialmente in tre punti:

  • Intensificare gli sforzi per creare un’esperienza cliente eccezionale grazie al supporto della sfera digitale, migliorare l’efficacia del front-office e valutare nuovi modelli di servizio;
  • Adottare modelli operativi di ultima generazione, come piattaforme tecnologiche scalabili, automatizzate e immediate, con funzioni di mid-office e back-office completamente integrate;
  • Cogliere i cambiamenti strutturali, compresi il consolidamento e la condivisione dei costi, creando o partecipando a servizi in condivisione (Piattaforme tecnologiche e funzioni mid-office e back-office condivisibili).