Più ETF e strategie passive nei fondi pensione

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foto: autor 401(K)2013, Flickr, creative commons

Secondo uno studio commissionato da DWS, la maggior parte dei fondi pensione attualmente considera gli investimenti passivi una componente stabile del proprio portafoglio. L’analisi, condotta dai consulenti CREATE-Research, è partita da un’indagine che ha coinvolto oltre 150 piani pensionistici a livello mondiale con un patrimonio gestito di circa 2.900 miliardi di euro. Il 66% dei gestori dei fondi pensione intervistati considera gli investimenti passivi come parte integrante e stabile del proprio portafoglio.

Secondo il report un fondo pensione medio analizzato detiene il 32% dei propri investimenti in prodotti o soluzioni di tipo passivo, in particolare fondi-indice, mandati passivi o ETF. Inoltre tra gli investitori passivi si rileva uno spostamento dagli indici di capitalizzazione di mercato verso smart beta, investimenti fattoriali, ESG e altre strategie di investimento a tema e ben circa il 50% dei fondi pensione prevede di aumentare l’allocazione passiva ESG di oltre il 5% del patrimonio gestito. Solo il 10% degli intervistati si aspetta che gli investimenti passivi rimpiazzino quelli attivi, mentre la maggioranza prevede che entrambi coesistano nei portafogli previdenziali.

“La sostanziale ridefinizione dell’industria dell’asset management, nel corso degli ultimi dieci anni, ha contribuito a standardizzare una serie di strategie divenute accessibili a basso costo" ha spiegato Thorsten Michalik, co-head of global coverage group e regional head of asset management, EMEA, di DWS. "Per gli investitori, questo significa avere una disponibilità di scelta senza precedenti per riuscire a realizzare i propri obiettivi di asset allocation. Il nostro lavoro, come esperti di DWS, consiste nell’agevolare questa scelta e offrire ai nostri clienti prodotti e soluzioni ai massimi livelli del mercato".