PEEP, i vantaggi delle strategie life cycle come investment default option

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Hamza Butt, Flickr, Creative Commons

EFAMA, l’Associazione europea dei fondi d'investimento e dell'asset management, continua a lavorare a tambur battente al progetto di creazione di un Prodotto pensionistico personale paneuropeo (PEEP). L’associazione ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio commissionato all’Università Bocconi sui vantaggi dell’inclusione di strategie life cycle come default option nei PEEP (il documento è disponibile in formato .pdf alla fine dell’articolo).

Lo studio a firma di Andrea Berardi, Claudio Tebaldi e Fabio Trojani con prefazione di John Y. Cambell, consulente di EFAMA e docente di economia di Harvard, si inserisce nel dibattito scaturito a seguito della proposta di regolamento sul PEEP presentata lo scorso giugno dalla Commissione europea sulla natura dell'investment default option che dovrebbe essere offerta da questo prodotto.

Mentre alcuni ritengono che la migliore soluzione sia una default option con una garanzia sul capitale, altri credono che una strategia life cycle possa fornire maggiore protezione dai rischi legati agli investimenti finanziari. L'obiettivo principale dello studio è presentare i pro e i contro delle diverse strategie life cycle e confrontare i risultati di queste ultime con i potenziali rendimenti offerti dai prodotti vita con un minimo di garanzia.

Metodologia
I ricercatori hanno effettuato una serie di simulazioni sui dati storici dei rendimenti tra il 1969 e il 2012– conosciuto come Old Normal e caratterizzato dai due shock petroliferi e diversi rialzi e ribassi dei tassi– e tra il 1999 e il 2012, il cosiddetto New Normal, con tassi di interesse e inflazione in discesa. L’indagine non tiene conto del periodo 2012-2017 “per evitare che i risultati siano alterati dal programma di acquisto di asset della BCE”, spiegano gli esperti. 

Risultati
Le simulazioni realizzate hanno rilevato che il tasso di rendimento nominale garantito coerente con le condizioni di mercato e i vincoli di solvibilità oscilla tra il 4,25% durante l’Old Normal e l’1,5% del New Normal, assumendo che il 90% del portafoglio di un’assicurazione è investito in obbligazioni per ragioni normative.

Sotto lo scenario dell’Old Normal, un prodotto minimo garantito può generare un tasso di rendimento reale di almeno l’1,9% nel 95% dei casi e del 3,3% nel 50% dei casi. Viceversa, se il prodotto adottasse strategie basate sul ciclo di vita, genererebbe un 2,8% nel 95% dei casi e un 5,9% nel 50% dei casi.

Sotto i parametri di uno scenario New Normal, il tasso di rendimento reale di un prodotto con garanzia scenderebbe allo 0,8% nel 95% dei casi e all’1,2% nel 50% dei casi, mentre in un prodotto life cycle si genererebbe un rendimento del 2,8% nel 95% dei casi e del 5,1% nel 50% dei casi. 

Lo studio ha rilevato, poi, che ognuna delle strategie life cycle del New Normal ha assicurato al 99,9% dei risparmiatori una pensione accumulata maggiore rispetto al capitale investito al netto dell’inflazione sia in un periodo di accumulazione di 20 anni che di 40.

Conclusioni
Lo studio dimostra che l'emergere del New Normal dopo la crisi finanziaria globale, insieme ai vincoli della Solvency II, ha avuto un impatto significativamente negativo sui rendimenti offerti dai prodotti di assicurazione vita che offrono una garanzia finanziaria. Parallelamente, afferma che l'inclusione delle strategie di investimento life cycle come default option nel PEPP è auspicabile da un punto di vista economico per i consumatori, che beneficerebbero così di rendimenti superiori e di un rischio relativamente basso rispetto alle obbligazioni su un orizzonte di investimento di lungo termine.

“Il livello di protezione del capitale offerto dalle strategie life cycle è molto solido. Lo studio della Bocconi conferma che le strategie d’investimento basate sul ciclo di vita sono un potente strumento per offrire alti tassi reali di rendimento e gestire i rischi, sia d’investimento che di inflazione”, scrive William Nott, presidente di EFAMA. Per questo, dichiara, “siamo fermamente convinti che queste strategie debbano essere configurate come un’opzione di default per il PEEP”.