Osmani (Legg Mason): “Pensare i megatrend per investire nel lungo periodo”

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Zehrid Osmani, head of Global Long-Term Unconstrained, Martin Currie (Legg Mason)

Un portafoglio azionario concentrato con target di performance posto a +300 punti base rispetto all’indice MSCI World che dal lancio, avvenuto a giugno 2016, è riuscito a consegnare agli investitori ritorni annualizzati superiori al 15% (dati al 31 gennaio 2020). Zehrid Osmani, gestore del Legg Mason Martin Currie Global Long-Term Unconstrained Fund, individua i principali driver di performance del prodotto per gli ultimi dodici mesi in due specifici comparti: tecnologia e healthcare. Su quest’ultimo in particolate sottolinea come del team composto da nove persone, ben due siano dedicate specificamente all’analisi del settore. “La nostra preferenza”, afferma Osmani, “non è per le grandi compagnie farmaceutiche, interessate da alcuni rischi come pressione sui prezzi da parte della politica, regolamentazione e scarsi ritorni sull’investimento in ricerca e sviluppo, ma per le realtà di nicchia con un significativo potere sui prezzi”. Tra queste il gestore cita CSL, azienda attiva nel campo della ricerca sul plasma, Resmed, società leader nei sistemi di gestione dell’apnea da sonno e Straumann, primaria compagnia nella produzione di impianti dentali. Particolarmente significativa quest’ultima poiché permette di individuare una delle caratteristiche peculiari della filosofia di gestione. “Oltre a far parte del comparto healthcare”, sottolinea in tal senso il gestore, “i prodotti offerti da questa azienda partecipano della tendenza globale ad una maggiore cura di sé e delle propria immagine”.

Pattern di sviluppo

Questo aspetto, che potrebbe apparire a prima vista secondario, è in realtà centrale. Fa, infatti, riferimento all’esistenza di megatrend di portata mondiale che indirizzano consumi e produzione. “Cambiamenti demografici, tecnologia e scarsità di risorse sono i temi di lunghissimo periodo con cui dovremo confrontarci nei decenni a venire”, dichiara Osmani, sottolineando inoltre come ognuno di questi tre megatrend si declini in settori e attività economiche che spesso sono trasversali e si modificano rapidamente per effetto dell’emergere di nuove possibilità tecniche o nuovi bisogni. Le tendenze globali rappresentano lo schema attraverso cui dare un ordine ad un ulteriore aspetto centrale rappresentato dal concetto di disruption. I cambiamenti dirompenti sono caratterizzati dalla velocità e portano all’emergere di nuovi e vincenti modelli di business. Tra questi i sostenibili e durevoli nel tempo sono quelli che si muovono all’interno delle tendenze globali di lungo periodo, rispondendo in modo adattabile alla nascita di nuovi bisogni. L’importanza dell’analisi economica fondamentale si combina dunque nella strategia posta in essere dal team di gestione con la capacità di pensare alle aziende selezionate come inserite in quest’ottica di lungo periodo relativa ai cambiamenti della società, dei suoi bisogni e quindi consumi.

Concentrazione: una scelta consapevole

Il Legg Mason Martin Currie Global Long-Term Unconstrained Fund è un portafoglio concentrato composto da circa 35 titoli azionari scelti senza nessun tipo di costrizione relativa ad un benchmark. La diminuzione nel tempo del numero delle esposizioni è parzialmente dovuta, rivela il gestore, alla traiettoria delle valutazioni azionarie riscontrata negli ultimi anni. Più rilevante è, però, la scelta operata a monte e relativa alla filosofia di gestione. “Per noi il fatto di costruire il portafoglio con un’ottica high conviction è stata un decisione consapevole coerente con lo specifico obiettivo di generazione di alpha nel lungo periodo”. Un obiettivo da cui deriva anche la crescente attenzione sviluppata dal lancio per il tema dell’aderenza ai criteri ambientali, sociali e di governance delle società inserite in portafoglio. “Applichiamo un sistema di valutazione proprietario composto da 52 criteri a tutte le aziende sottoposte ad analisi per arrivare ad una valutazione in linea con la nostra prospettiva di investitori di lungo periodo”, spiega l’esperto.

Volatilità di breve periodo come opportunità

Tema non eludibile in questo momento è quello degli impatti del Coronavirus sugli investimenti e della gestione del momento di forte volatilità in corso. “Nel breve periodo le cose cambiano ma non nel lungo periodo”, sostiene sull’argomento Osmani. “Riteniamo”, entra nel dettaglio, “che il 2020 sarà un anno volatile considerando gli eventi di breve periodo dannosi per guadagni e crescita economica e le probabili politiche monetarie e fiscali a supporto che potremmo vedere applicate”. “Il fulmine a ciel sereno rappresentato dal coronavirus sta rischiando seriamente di fermare l’espansione economica che si stava registrando, con effetti sui ricavi delle imprese. Non c’è dubbio sul fatto che, nel breve periodo, l’impatto del virus sarà massiccio, ma gli effetti dell’epidemia dovrebbero essere temporanei e inoltre dovrebbero innescare policy monetarie e fiscali sincronizzate, e verosimilmente globali, per impedire che il mondo scivoli nella recessione”, rileva.

Provvedimenti, monetari e finanziari, che potranno innescare, secondo Osmani, reazioni positive. “È opportuno sottolineare”, prosegue, “che queste brevi e ripide cadute sono da sempre ottime occasioni di acquisto per tutti coloro che assumono una posizione di mercato lunghe come la nostra. Durante le altre minacce derivanti da epidemie, abbiamo visto una ripresa del mercato una volta che il livello della minaccia si riduce e/o i minori introiti vengono internalizzati e accettati”. “In un clima di incertezza nel breve periodo”, conclude, “riteniamo che il nostro approccio di lungo periodo, basato su compagnie dalla crescita solida e dai bilanci granitici, e su modelli di impresa sostenibili dovrebbe aiutarci a venire fuori dalla tempesta che si è creata recentemente”.