Ora si scommette sulle infrastrutture dei mercati emergenti

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La Banca Mondiale stima che i mercati emergenti avrebbero bisogno di un ulteriore investimento annuale in infrastrutture nella misura di 1-1,5 trilioni di dollari USA entro il 2020 per soddisfare le esigenze dell’industria e della popolazione. Parla Stephen Parr, Global Emerging Markets Equity Portfolio Manager di Aberdeen AM.

Cosa si intende esattamente con infrastrutture dei mercati emergenti e perché siete positivi su questa asset class?

Si intendono tutte quelle strutture di base, sistemi e servizi necessari alla crescita di un popolo e di un paese. Il nostro fondo Emerging Markets Infrastucture investe in società quotate coinvolte nella catena di valore del settore infrastrutture, come fornitori di materiali (cementifici), produttori industriali (come i produttori di tubi senza saldatura) e operatori di servizi (come la telefonia o il settore ospedaliero). Siamo positivi sull’asset class perché ci sono una serie di fattori strutturali che supportano la crescita dell’investimento in infrastrutture nei mercati emergenti. 

Quali?

Il primo è l’enorme deficit di infrastrutture a livello globale e in particolare nei mercati emergenti: un report della Banca Mondiale stima che i mercati emergenti avrebbero bisogno di un ulteriore investimento annuale in infrastrutture nella misura di 1-1,5 trilioni di dollari Usa entro il 2020 per soddisfare le esigenze dell’industria e della popolazione. Inoltre la crescita della popolazione e l’urbanizzazione rappresentano fattori chiave per il settore: ci si attende che entro il 2030 quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in mercati emergenti e che la crescita della popolazione sarà più rapida nei 49 paesi meno sviluppati che raddoppieranno dai circa 900 milioni di abitanti del 2013 a 1,8 miliardi nel 2050. 

In che Paesi e in che settori vedete le migliori opportunità?

Molti dei paesi dei mercati emergenti in cui sono basate le società presenti nel nostro portafoglio stanno attualmente implementando significative agende di riforme. Per esempio, uno dei nostri titoli “core” è UltraTech Cement, una società del settore cementiero leader in India, che beneficerà del programma di riforme di Narendra Modi, che ha annunciato un aumento del 25% delle infrastrutture con 39 miliardi di dollari Usa destinati a nuove strade, linee ferroviarie, ponti e porti. Allo stesso modo abbiamo Astra International nel nostro portafoglio, uno dei maggiori distributori e produttori automobilistici in Indonesia. Il governo indonesiano cerca di spingere le infrastrutture con una spesa significativa nei prossimi cinque anni e Astra dovrebbe beneficiare da questo aumento previsto.

E in America Latina?

Il nostro portafoglio include anche Wilson Sons, società basata in Brasile che si occupa di forniture per servizi logistici di terra, portuali e marittimi. Il settore privato in generale e la Wilson Sons in particolare dovrebbero beneficiare dell’attuazione del quadro normativo per porti, ferrovie, autostrade e mobilità urbana che il governo sta attuando per rendere le regole sufficientemente chiare e promuovere quindi gli investimenti privati nel Paese.