Ora gli stranieri possono acquistare azioni quotate a Shanghai

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foto: autor, Keith Marshall, Flickr, creative commons

In occasione degli incontri avvenuti recentemente al Summit dell’Apec, il presidente cinese Xi Jinping ha rassicurato, con piglio determinato, l’impegno del governo di continuare a perseguire un tasso di crescita economica al 7,5%, nonostante evidenti incertezze a livello internazionale. Il riferimento poteva servire non solo a fissare un potenziale benchmark alle istituzioni che pensavano di abbassare le stime per il 2015 ma anche per inviare un messaggio positivo ai partner commerciali. Spiega Corrado Caironi, strategist di R&CA che “la Cina vuole rimanere al centro del mondo politico venendo incontro alle aperture richieste dai partner, come l’accordo con gli USA sulle emissioni di Co2”. Per quanto riguarda il tema finanziario, la liberalizzazione dei mercati azionari è stata fissata per il 17 novembre; il cosiddetto “Through-train” permetterà di acquistare ai residenti cinesi azioni quotate a Hong Kong e agli stranieri di acquistare azioni quotate a Shanghai.

È bene ricordare che l’annuncio di questa apertura del mercato risale ancora all’agosto 2007 ma solo oggi può dirsi realizzato. Secondo gli analisti i listini hanno già scontato l’evento con un importante rally: lo Shanghai Composite è passato da 2048 punti del 30 giugno agli attuali 2485, con un rialzo del 21,3%; un riallineamento delle valutazioni che differenziava storicamente i due mercati. “Anche sul lato obbligazionario la situazione è nettamente migliorata: dai picchi di gennaio, il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni (CGB) è diminuito di oltre 100 bps; a questo è seguito un appiattimento della curva con una riduzione dello spread tra il decennale e quello a un anno ai minimi di periodo.

Come sarà colta questa nuova opportunità di investimento sia da parte dei cinesi che dagli stranieri e quali saranno i flussi, lo scopriremo presto; in ogni caso, come si pensava, i tempi per le liberalizzazioni e le riforme strutturali rimangono piuttosto dilatati, basti pensare che l’accordo firmato sulle emissioni di Co2 ha come riferimento il 2030”, conclude Caironi. Sta di fatto che, recentemente, i flussi di investimento nei mercati obbligazionari emergenti dell’Asia, in particolare in Cina, hanno registrato un nuovo aumento. Secondo gli esperti, il contesto di mercato di lungo termine per il debito emergente in valuta forte si conferma positivo mentre nel breve periodo l’asset class potrà risentire delle notizie contrastanti, delle attese di una politica monetaria meno espansiva negli USA e della maggiore volatilità dei mercati.