Ora è tempo di Sicaf

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foto: autor isa, Flickr, creative commons

Dando uno sguardo alle novità introdotte dalla direttiva AIFM, spiccano appunto le Sicaf, ovvero i nuovi OICR chiusi costituiti in forma di società per azioni a capitale fisso aventi per oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi. In particolare la Sicaf, la cui nascita è stata più volte auspicata e sostenuta da Assogestioni, è un organismo di investimento collettivo del risparmio che rientra nell'ambito di applicazione della AIFM (quale FIA o gestore di FIA), autorizzato e vigilato dalla Banca d'Italia e che può gestire il proprio patrimonio sia direttamente sia facendo ricorso a un gestore esterno.

Ora bisogna fare luce sulla procedura di autorizzazione e costituzione della Sicaf, l'offerta al pubblico della Sicaf, le regole di tassazione, le loro attività di investimento, la disciplina dei conflitti di interessi, le attività transfrontaliere, i limiti e i divieti di investimento, le regole di trasparenza, i veicoli di investimento quotati e i vantaggi della quotazione. La questione si può estendere al mercato della finanza immobiliare. Il senso, in altre parole sarebbe: basta fondi immobiliari quotati, meglio le Sicaf. Che l’aria stia cambiando? Del resto, fanno sapere gli esperti, per garantire la partecipazione dei piccoli risparmiatori agli investimenti, sarebbero molto meglio le società a capitale fisso, le Sicaf, dato non hanno scadenza.

In pratica, il fatto che i fondi immobiliari siano allo stesso tempo quotati in Borsa e abbiano una scadenza determinata (in questo caso i 23 fondi i quotati a piazza Affari scadono tutti tra il 2012 e il 2016 tanto che le proroghe sono pratica diffusissima) li rende troppo rischiosi come forma di risparmio. Tanto che dal 2007 non ci sono più state operazioni di collocamento sul mercato azionario di veicoli real estate. Il dibattito è aperto.