Notti magiche...

Ci siamo. I mondiali sono arrivati e abbiamo voluto sapere quali sono stati le emozioni che alcuni professionisti del settore hanno sentito l’ultima volta che l’Italia si è proclamata campione del mondo.

Alle domande dove eri l’ultima volta che l’Italia ha vinto i mondiali di calcio? Hai qualche oggetto che porti sempre come portafortuna? E chi vincerà i prossimi mondiali in Brasile? Queste sono le risposte. 

Christian Colettosenior business development manager di Aberdeen AM

Non potrò mai dimenticare la sera del 9 luglio 2006, le persone, i posti e le emozioni vissute in quella serata.
Nel 1982 ero troppo “piccolo” per godermi la vittoria del mondiale in Spagna, ma rivedendo per anni quelle immagini mi sono sempre augurato di poter rivivere gli stessi momenti da adulto.

Il mondiale di calcio é un momento di grande aggregazione. La sera della partita inaugurale ci troviamo a casa di Teo, tutti insieme, con la promessa che in caso di vittoria ripeteremo il rito. E cosi è stato fino alla finale.
Il momento in cui Grosso segna il rigore decisivo é festa: ci abbracciamo tutti, un grande momento di gioia e la realizzazione di un sogno di bambino.

L’augurio é di poter rivivere anche quest’anno le stesse emozioni, sebbene la concorrenza sia elevata. Credo che il Brasile abbia una squadra molto competitiva e soprattutto il vantaggio di ospitare l’evento con il calore e la spinta di tutta la Nazione. Li vedo favoriti....ma mai dire mai. La palla é rotonda!

Daniele Cammilli, marketing manager di Pictet AM

Mi trovavo in toscana, a Rio Marina (Isola d’Elba) luogo di origine della mia famiglia. E’ un piccolo paese molto caratteristico dal passato minerario, dove anche d’estate si respira l’aria di paese e dove ad ogni angolo s’incontra una faccia amica con cui fare due chiacchiere di calcio.

Ricordo benissimo quella sera di luglio, faceva un caldo pazzesco, e come da tradizione perpetrata dai tempi dell’infanzia (in cui le vacanze al mare duravano tre mesi…), le finali si guardano in compagnia al bar sul porto, su uno schermo di fortuna davanti ad una buona birra, in mezzo ad un vero clima da stadio. Ricordo la sofferenza durante la partita, il rigore di Grosso, le urla di Caressa in tv coperte dal frastuono di tutti noi abbracciati in festa. 

E poi il resto della notte, in giro a far casino con gli amici di una vita aspettando la prima nave delle 6,55 del mattino per tornare a Milano a lavorare. 

Non ho amuleti portafortuna, ma mi piace credere che ritrovare in queste occasioni persone a cui voglio bene e con cui sono cresciuto condividendo i momenti più divertenti della mia adolescenza costituisca un rituale molto più potente di qualunque amuleto. 

Il cuore dice ovviamente Italia, anche se nutro perplessità sui valori tecnici espressi dalla nostra nazionale così come dal nostro campionato negli ultimi anni. La ragione dice Brasile, sono fortissimi e hanno dalla loro il fattore ambientale. Le possibili sorprese Belgio e Colombia. Dovendo scegliere una tra queste semifinaliste? Brasile.

Paolo Svetlichsales manager in Capital Strategies Partners

Come dimenticare quel grande giorno, ricordo ancora i silenzi prima dell’ultimo rigore e poi l’urlo di gioia infinito.

Per l’occasione avevo organizzato una grigliata a casa con alcuni amici, niente di impegnativo, ma l’occasione sicuramente era degna di festeggiamenti.

Nonostante i 24 anni di attesa dall’ultima vittoria, quell’ anno tra alti e bassi posso dire che gli azzurri hanno vinto sotto tutti i fronti. Un 2006 da ricordare, anche i non tifosi quell’ anno hanno seguito i mondiali e abbiamo celebrato come se l’avessimo giocata noi quella partita, perché si sa noi italiani abbiamo un debole per il calcio.

Personalmente non ho un portafortuna specifico, ma sono fiero di sfoggiare il mio spirito da tifoso ad ogni partita.

Bella domanda, ovviamente sarebbe scontato dire l’Italia, ma quest’anno credo manchi la grinta giusta, perciò se dovessi fare una scommessa punterei sul Brasile . Sarei felice comunque di perderla questa scommessa!

Stefania Nicola, client relationship manager di Amundi AM

Quel 9 luglio del 2006 quando l’Italia incontrava la Francia alla finale dei mondiali a Berlino con alcuni amici a casa si respirava emozione ed ansia davanti al televisore, tra patatine, birra e pop corn. Chi non ricorda la testata di Zidane a Materazzi? E poi i rigori.. L’Italia è campione del mondo. Ricordo di aver cantato e urlato talmente tanto quella sera in vespa da non aver più voce per un paio di giorni. I festeggiamenti in giro per la città sono continuati fino all’alba e “po popò popopò, poo” è diventato il ritornello più cantato d’Italia.

Pochi amuleti o portafortuna. Piuttosto, dita incrociate e mani davanti agli occhi ai rigori. Ma soprattutto.. La compagnia degli amici con cui condividere gioie e dolori.

Senza ombra di dubbio l’Italia. Possiamo contare su giocatori forti, tecnici e preparati alle sfide più difficili. Forza ragazzi!