NN Investment Partners: "La Trumpnomics non destabilizzerà gli emergenti"

Axel Drainville, Flickr, Creative Commons
Axel Drainville, Flickr, Creative Commons

NN Investment Partners (NN IP), asset manager, con un’esperienza di oltre 170 anni nella gestione patrimoniale, è il gestore globale di NN Group NV, società assicurativa olandese. NN IP gestisce asset pari a circa 195 miliardi di euro (al 31 dicembre 2016) per clienti istituzionali, distributori di fondi e clienti privati in tutto il mondo.

Simona Merzagora, Managing Director di NN Investment Partners, spiega che ¨NN Group NV è gruppo estremamente solido e una delle società più capitalizzate con un solvency ratio pari a 241%. Lo scorso febbraio abbiamo lanciato un’offerta di acquisto del gruppo assicurativo Delta Lloyd, che dovrebbe chiudersi entro gli inizi di aprile¨. Questa acquisizione permetterà a NN Group NV di aumentare le masse gestite da 197 a 246 miliardi di euro e soprattutto permetterà al gruppo di diventare uno dei leader assicurativi in Olanda e nel Benelux.

Marcelo Assalin, Head of Emerging Market Debt Strategies di NN Investment Partners, fornisce una view sui mercati emergenti per il 2017. Il 2016, anche se caratterizzato da un’elevata volatilità, è stato un anno di ottimi risultati per il debito dei mercati emergenti (EMD). Le obbligazioni in valuta forte e in valuta locale e il debito corporate hanno, infatti, mostrato rendimenti anche superiori al 10%. Nonostante le potenziali condizioni avverse nel breve periodo, i mercati emergenti continueranno a realizzare performance positive, anche in un contesto come quello attuale caratterizzato dall'aumento dei rendimenti obbligazionari USA e dal rafforzamento del dollaro.

L’esperto afferma che ¨nel breve periodo l’incertezza legata alle politiche statunitensi rimane relativamente elevata, ma la Trumpnomics non rappresenterà una forza destabilizzante per i mercati emergenti. Dopo l’esito delle elezioni, i rendimenti obbligazionari USA hanno subito una forte impennata, fattore che normalmente crea condizioni avverse per il reddito fisso in generale e per l’EMD in particolare¨.  Finora, i mercati emergenti hanno dimostrato un’estrema resilienza, grazie al miglioramento dei fondamentali di tali mercati nel corso degli ultimi anni. I Paesi emergenti oggi sono più forti rispetto all’epoca del taper tantrum del 2013.

Tra i fattori favorevoli agli Emergenti, vi è l’importante riduzione del fabbisogno di rifinanziamento con l’estero, favorita dalla netta diminuzione dei disavanzi delle partite correnti nella maggior parte dei paesi EM, oggi meno vulnerabili agli shock esterni e in grado di ammortizzare gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse globali e di un potenziale rafforzamento del dollaro. I tassi di interesse reali sono elevati, l’inflazione segue un trend discendente e le divise sono sottovalutate. La crescita di questi mercati è favorita dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dal contesto globale dei tassi di interesse che si conferma favorevole per i mercati emergenti. In molti dei Paesi sviluppati, i rendimenti obbligazionari sono ancora negativi e per questo riteniamo che in tale scenario questa asset class offra un’alternativa di investimento interessante”.

Tra i fattori di rischio per l’EMD c’è l’eventualità di un Donald Trump particolarmente aggressivo che potrebbe entrare in rotta di collisione con i repubblicani al Congresso sulle questioni fiscali e commerciali. Inoltre, il presidente statunitense potrebbe introdurre dazi sui beni dei Paesi emergenti o addirittura intraprendere una guerra commerciale con la Cina e ciò impatterebbe negativamente sulle esportazioni di quest’area. Marcelo Assalin precisa che ¨tuttavia il nostro scenario di base prevede un Trump focalizzato su un’agenda incentrata sulla crescita, fattore che porterà benefici all’universo emergente”.