Nessun impatto sul mercato dei bond per il cambio politico della Francia

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“La Francia non ha sofferto molto durante l’ultima eurocrisi rispetto ad altri paesi europei come Spagna o Italia” spiega Tanguy Le Saout, head of European Fixed Income di Pioneer Investments. Infatti finora il paese non si era visto costretto a mettere in marcia molte riforme, anche se alcune, come il patto per la concorrenza, sono state già avviate, mentre altre come la riforma delle pensioni non sono ancora state completate. 
Attualmente nei sondaggi il presidente Hollande ha perso molti punti, però “la Francia è consapevole che c’è molto da fare e c’è bisogno di coraggio politico” afferma Le Saout.
 
Il ministro Valls ha presentato le dimissioni del suo governo dopo gli attacchi del ministro dell'Economia, Arnaud Montebourg, contro la linea dell'esecutivo giudicata troppo succube alla politica di austerità imposta all'Europa dalla Germania e il nuovo ministro Macron, che lavora insieme ad Holland già da tempo, “è una persona molto pragmatica che incontrai personalmente in passato”, racconta il gestore. “ La sua nomina, continua Le Saout, “conferma un movimento verso il centro e una possibile accelerazione delle riforme, e ciò è molto positivo anche se saranno i mercati a giudicare più i fatti delle intenzioni”. 
 
Subito dopo la notizia delle dimissioni del governo in carica, sui mercati il rendimento dei titoli di Stato francesi a 10 anni è sceso a un nuovo minimo storico toccando l'1,325%, ad indicare un forte interesse per il debito del paese. Non a caso, per la prima volta da oltre un anno la Francia è riuscita a emettere debito a brevissimo termine con tassi negativi.
 
Tuttavia secondo Pioneer Investments il possibile impatto di questo nel mercato obbligazionario è praticamente nullo. “la Francia è un paese che non rientra tra i nostri preferiti” spiega Le Saout, soprattutto quest’anno per la gestione del suo deficit. Lo spread fra il bond francese OAT e quello tedesco si è ridotto, a seguito di questa notizia ma è del tutto marginale. In questo contesto di mercato, i differenziali fra i paesi euro sono più legati ai flussi monetari che ai fondamentali, e sembra che il bond francese sia supportato dai flussi asiatici. 
Continuiamo a pensare, in generale, che gli spreads tra paesi core e semi-core e periferici sono molto ridotti e pertanto non abbiamo nessun pregiudizio a favore o contro la Francia nel nostro portafoglio obbligazionario”, conclude.