Nel 2015 un gestore italiano su tre ha battuto il benchmark di riferimento

Skeudenn_Spered
foto: autor Skeudenn Spered , Flickr, creative commons

Anche se i fondi indice stanno prendendo sempre più la scena, cercando di oscurare la rilevanza della gestione attiva, quest’ultima finora si è dimostrata campione di raccolta. Tanto che quello che si è appena concluso è stato l’anno che ha registrato i numeri più grandi degli ultimi 16 anni. Si parla infatti di un saldo che ha raggiunto la cifra record di 130 miliardi di euro, superando così il dato del 2014 di 126 miliardi di euro, con un patrimonio gestito di 1.835 miliardi di euro. Se si guardano i rendimenti, poi, nel complicato 2015, un gestore su tre di fondi di diritto italiano ha battuto il proprio benchmark di riferimento. Un risultato simile era successo nel 2012-2013 mentre nel 2014 solo il 18% dei money manager era riuscito a battere l’obiettivo di riferimento.

Ma, dal punto di vista delle medie storiche, qual è la quota dei vincitori sul benchmark? Secondo un analista che preferisce rimanere anonimo, questa “si aggira intorno al 10-20%. Ma se si guarda al passato, un anno da incorniciare era stato il 2009, quando la percentuale di gestori sopra l’indice era stata piuttosto alta, sopra al 40%, grazie al fatto che azioni e bond erano cresciuti in modo corposo avvantaggiando così i fondi italiani, tradizionalmente agganciati all’indice”. Mentre il 2015 è stato un anno piuttosto complesso. E, secondo gli esperti di Goldman Sachs, anche il 2016 presenterà parecchie insidie. La previsione è di rendimenti relativamente piatti per il mercato azionario nel suo complesso, ma anche di occasioni da prendere al volo.

Per questo la gestione attiva dovrebbe rivelarsi più utile rispetto agli investimenti agganciati all’indice. Qui, però, la selezione dei gestori capaci è essenziale. In ogni caso, nel 2015, i gestori italiani si sono dimostrati più capaci nel puntare sui listini domestici. In media i fondi azionari Italia hanno reso il 18,6%, ma c’è chi è arrivato quasi al 43%, come il fondo Eurizon Azioni Pmi Italia (il cui benchmark si è fermato al 41,5%). Ha battuto invece l’indice di riferimento di quattro punti percentuali il comparto Fondersel Pmi di Ersel SGR (36,9% contro il 32,3%).