Nasce la Super Fideuram, in nome dei grandi portafogli

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Archiviata la vocazione di banca sistema, Intesa cede al business delle grandi famiglie e delle imprese. Così, nel mondo dei grandi patrimoni, si è alzato il velo su una delle operazioni maggiormente attese. Che vede l’integrazione di Intesa Sanpaolo Private Banking (Ispb), Banca Fideuram e Fideuram Investimenti. Come da piano industriale 2014-2017 di Intesa Sanpaolo, ecco la Maxi Fideuram, che ha tutta l’intenzione di diventare il più grande polo del private non solo italiano ma europeo.

Tra gli obiettivi, da segnalare prossime riduzioni di filiali (Carlo Messina, direttore generale di Intesa Sanpaolo, ne ha già annunciate 300 da qui alla fine del 2014), la riorganizzazione della Banca dei territori attraverso un graduale accorpamento delle controllate nella capogruppo, grande attenzione ai crediti deteriorati. Il progetto è ambizioso. Le previsioni di crescita del nuovo polo del private banking vede ricavi in aumento a 1,7 miliardi di euro nel 2017 da 1,3 miliardi nel 2013. In particolare, fa sapere Intesa Sanpaolo, la nuova realtà che vedrà Banca Fideuram protagonista sarà caratterizzata da un’estensione ai clienti ISPB degli elementi distintivi della rete guidata da Matteo Colafrancesco, tutti destinati alla fascia della clientela top. Del resto, il piano di integrazione “si caratterizza per l’aumento della redditività dei clienti di ISPB e per l’estensione degli elementi distintivi di Banca Fideuram”.

Cosa significa? Una pianificazione finanziaria più evoluta (fee-based), un’architettura aperta guidata e degli schemi remunerativi innovativi. Dal punto di vista dello sviluppo della rete distributiva, il gruppo intende proseguire nel reclutamento di nuovi promotori e private banker ma vuole anche crescere per linee esterne tramite l’esportazione del modello di business in mercati internazionali in forte crescita (come la Turchia). La banca guidata da Colafrancesco, fatta uscire dal mercato nel 2006 e rimessa per breve tempo nel 2010, potrebbe tornare a Piazza Affari. Fideuram Asset Management Ireland, invece, confluirà in Eurizon Capital e Fideuram Vita nel polo assicurativo del gruppo.

Il piano triennale targato Intesa prevede anche la creazione di un polo dell’asset management, tramite l’integrazione di Fideuram Asset Management Ireland nel gruppo Eurizon Capital: la nuova realtà dovrebbe avere masse gestite per 295 miliardi di euro nel 2017 dai 221 miliardi nel 2013 e un grado di penetrazione dei fondi comuni sulla clientela in crescita al 25% dal 19%. Il piano industriale 2014-2017 varato dall’istituto (da cui emergono esuberi per circa 4.500 persone, riassorbibili) vede a fine periodo un utile netto di 4,5 miliardi con una crescita media annua del 38,3%, un ritorno sul capitale tangibile (rote) all’11,8% dal 3,4% di fine 2013 e un Common equity Tier 1 al 12,2%.

Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 4,55 miliardi dovuta a stanziamenti a fronte di rischi su crediti per 7,131 miliardi e a rettifiche di valore su avviamento e altre attività immateriali per 5,8 miliardi e nonostante il provento straordinario da 2,6 miliardi derivante dalla rivalutazione della quota in Bankitalia. Per l’esercizio passato il consiglio di gestione ha proposto la distribuzione di un dividendo invariato a 0,05 euro per azione, mentre nell’arco del piano è prevista la distribuzione di dividendi cash per circa 10 miliardi.