Momento positivo per gli azionari e i Paesi emergenti

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Commento a cura di Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management SIM.

L’inizio dell’anno sui mercati conferma le dinamiche degli ultimi mesi caratterizzate soprattutto dalle pressioni negative che stanno coinvolgendo il comparto obbligazionario. Il movimento rialzista sui tassi di interesse, che aveva già mostrato importanti indicazioni sul finire del 2016, conferma - con le recenti dinamiche - come si stia effettivamente ribaltando la tendenza di lungo corso e come abbia decisamente accelerato il processo di re-pricing soprattutto delle emissioni obbligazionarie governative. A soffrire maggiormente è l’area Euro, con i decennali dei principali Paesi che si allineano al rialzo tassi già visto in precedenza in Usa. Male dunque i Bund (-1.2%) e soprattutto la Francia (-2.6%) ed il BTP (-3.25%).

Decisamente aumentata la tensione a livello di spread Btp-Bund (ormai a quota 200 punti), indicazione di uno squilibrio latente lontano da una imminente risoluzione. Resistono naturalmente i temi indicizzati all’inflazione e quelli a tasso variabile mentre faticano i corporate nonostante i livelli degli spread non evidenzino una particolare sopravvalutazione ed i fondamentali delle aziende si confermino nel complesso solidi. Fuori dal coro la prestazione del debito dei Paesi emergenti che consegna performance positive (+1.50%).

Seppur con tante frammentazioni il clima è chiaramente diverso sugli azionari. Il mese di gennaio ha consegnato performance in generale positive a livello globale (+1.51% MSCI-W-LC), con un deciso ritorno di interesse sui mercati emergenti (+5.45%), sostenuti da dati fondamentali in miglioramento e valutazioni sottostimate rispetto agli altri mercati. È proseguita la crescita dell’azionario americano (+1.79% S&P500), capace di nuovi massimi storici, e parzialmente del Giappone, mentre è ancora una volta l’area europea ad evidenziare le maggiori divergenze. Le principali Borse non sono infatti allineate in termini di rendimento e se da un lato spicca le crescita della Germania (+0.47%), unica positiva insieme al mercato svizzero (+0.87%), dall’altro si segnalano le difficoltà di Francia (-2.33%) e soprattutto Italia (-3.35%). A livello settoriale i temi legati all’Information Technology crescono molto (+4.53%) insieme a Basic Material ed Industrial (+2.72%) mentre gli Energy registrano una sensibile contrazione.

Per quanto riguarda valute e materie prime: l’euro si è globalmente apprezzato rispetto alle principali valute, in particolare nei confronti del dollaro e della sterlina. Sul lato commodities è stato un inizio d’anno impegnativo ma con oscillazioni tutto sommato contenute rispetto a quanto visto nei mesi precedenti. Le quotazioni del petrolio hanno segnato una leggera flessione (-1.32%) mentre l’oro ha goduto di un ritorno di appeal (+5.07%), complici le incertezze generalizzate, in questo caso, della valuta americana.

Lo scenario di fondo rimane caratterizzato da un generale rafforzamento del quadro macroeconomico a livello globale. La solidità del ciclo in America ed i primi effettivi miglioramenti anche in area Euro, unitamente alle prospettive di politiche maggiormente espansive e di un atteggiamento pro-business, stanno alimentando la crescita delle aspettative tra gli operatori creando un contesto in cui i mercati azionari vengono preferiti agli strumenti obbligazionari. I mesi entranti dovrebbero mantenere inalterato questo scenario, con i mercati azionari allineati ed un trend di miglioramento che accomuna sostanzialmente tutti i Paesi sviluppati. In ottica più speculativa evidenziamo come la pressione negativa sul comparto obbligazionario, soprattutto Euro, dovrebbe incontrare le prime soglie di sostegno nelle settimane entranti creando qualche opportunità di acquisto quantomeno in una logica di breve termine.

Per il mese di febbraio privilegiamo la componente azionaria rispetto ai temi obbligazionari con il mantenimento di un cuscinetto di attività liquide da poter sfruttare su fasi di flessione per incrementare l’esposizione al rischio. A livello di allocazione non si evidenziano significative variazioni sul fronte della selezione settoriale con la conferma degli asset e la scelta a favore di Finanziari, Energy, Industrial e Consumi Non-Ciclici. A livello geografico vengono parzialmente incrementati gli investimenti sui mercati emergenti mentre si mantengono in equilibrio i rapporti tra le aree principali, Euro, Usa e Giappone. Sulla componente obbligazionaria privilegiamo le componenti a spread, corporate e high yield con livelli di duration contenuti.