Mirco Bongiovanni (CR100): “La nostra forza sta nella visione completa di ciò che facciamo”

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 Il team Gestioni Patrimoniali di Cassa di Risparmio di Cento è composto da cinque professionisti con a capo Mirco Bongiovanni, responsabile dell’attività dal 2012. L’unità si occupa di tutte le attività legate agli investimenti, dallo studio e l’analisi del mercato, la produzione dell’informativa mensile, la compravendita di titoli, la ricerca e la selezione dei prodotti per implementare l’asset allocation. “Penso che uno dei punti di forza del nostro team derivi anche da una visione completa di ciò che facciamo”, spiega il manager. “Realtà di maggiori dimensioni presentano una maggiore parcellizzazione delle mansioni”. 

Il processo di selezione

La selezione dei fondi fa parte di un’attività strutturata, con un regolamento definito nel dettaglio che pone il Comitato Investimenti a capo del processo di  investimento, riunendosi su base mensile. “Il Comitato Investimenti definisce le linee guida e gli indirizzi da seguire, uno dei nostri compiti è quello di ricercare gli strumenti adatti per implementare l’asset allocation tattica decisa a livello di Comitato”. 

Nelle gestioni, Cassa di Risparmio di Cento fa uso sia di soluzioni attive (per circa l’85%) sia passive (il restante 15%). “Lavoriamo con circa cinquanta case di gestione facendo uso della piattaforma di Allfunds Bank”, spiega Bongiovanni. “Per quanto riguarda gli ETF preferiamo utilizzare quelli quotati nella Borsa di Milano, ma non escludiamo eventuali opportunità ‘no italian listed’”.

Il processo di selezione si basa su un’analisi dei peer group delle diverse asset class, sui quali viene effettuata un’analisi quantitativa tramite sistemi di scoring basati su alcuni indicatori di rendimento, di rischio e di risk-adjusted performance, in chiave sia relativa (verso indici di mercato) sia assoluta, il tutto su orizzonti temporali differenziati. “Preferiamo selezionare fondi che abbiano almeno 100 milioni di euro di masse e un track record minimo di tre anni, anche se queste rappresentano condizioni non strettamente vincolanti”. 

La selezione tiene conto della linea d’investimento in cui viene inserito lo strumento e l’orizzonte temporale di detenzione. “Spesso facciamo uso di ETF in modo tattico per sfruttare opportunità di mercato proprio per la maggior rapidità dello strumento, definendo dei take profit e dei stop loss level”, spiega l’esperto. “Mi piace pensare di non dover scomodare un gestore per tenere una posizione di breve periodo; penso che, per un gestore patrimoniale, inserire un fondo per poi liquidarlo dopo pochi mesi sia una piccola sconfitta”.

Alla selezione quantitativa viene affiancata anche quella qualitativa: “Cerchiamo di conoscere bene i prodotti che inseriamo, sia in fase di due diligence sia di monitoraggio. È importante quindi l’esperienza del gestore, il track record del team, il livello di trasparenza di portafoglio; infine, giudichiamo fondamentale il rapporto con i relationship manager delle fund house: questo perché pretendiamo un servizio post vendita d’eccellenza”, fa notare il manager. 

“Ci siamo resi conto che negli ultimi anni la reportistica sia ex-ante sia ex-post è migliorata notevolmente in termini di ampiezza e di profondità dell’informazione. Inoltre, un’altra cosa che tendiamo a fare quando selezioniamo nuovi fondi è quella di dare un’occhiata al sito internet della società, che consideriamo come un biglietto da visita”. 

La parola chiave è diversificazione

Cassa di Risparmio di Cento ha concentrato l’attenzione su un’ampia offerta di prodotti per mitigare il rischio. “Negli ultimi anni ci siamo un po’ dimenticati dell’importanza di questa variabile. Abbiamo vissuto negli anni del quantitative easing in cui le performance dei vari prodotti sono state ‘livellate’. Cerchiamo di creare basket di strumenti che siano robusti in qualsiasi condizione di mercato; l’utilizzo di vari prodotti per ciascuna asset class rappresenta per noi anche un modo per cercare di minimizzare in via preventiva l’impatto di eventuali sorprese negative”, conclude Bongiovanni.