Mercato italiano: più clientela retail e forte presenza estera

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Foto di Chelsea London Phillips, Unsplash

L'80% dei fondi aperti in Italia è in mano agli investitori retail. È quanto emerge dall'aggiornamento della Mappa delle distribuzione retail dei fondi comuni (QdR 3/2018) resa nota da Assogestioni. "I dati più recenti fissano poco sopra l'80% l'incidenza dei clienti persone fisiche sul totale", conferma Alessandro Rota, direttore dell'ufficio studi di Assogestioni. Per il 54% si tratta di famiglie che investono direttamente; a queste se ne affiancano altre che optano per forme di investimento indiretto mediante servizi di gestione individuale e polizze unit-linked (rispettivamente 12% e 16%)".

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Nel contesto europeo, il mercato italiano dei fondi comuni spicca dunque da una parte per la forte prevalenza degli investitori retail e, dall'altra, per la notevole apertura alla competizione di prodotto, in particolare di quello con targa estera: "i numeri raccontano di un mercato che in poco meno di due decenni ha visto il business delle case di gestione che fanno capo a gruppi esteri passare da valori trascurabili a più del 40% del patrimonio complessivo. Ciò ha fatto del nostro Paese uno dei luoghi di maggior interesse per le fund house internazionali interessate a espandere la propria attività”, continua Rota.

Architettura distributiva

Il Quaderno di Ricerca mette in luce anche altri aspetti: “Tra i gestori integrati, categoria nella quale sono inclusi anche quelli legati da rapporti di partnership strategica con uno o più distributori selezionati, è netta la prevalenza della clientela mass-affluent (78% del patrimonio), così come è preponderante il ricorso al canale bancario (75%). Per converso tra i gestori non integrati, classe che comprende la maggioranza dei gruppi di matrice estera, la clientela private rappresenta la metà dei sottoscrittori e il ricorso al canale dei consulenti incide per oltre il 40%”.

Per la prima volta è stato misurato il grado di apertura dell’architettura distributiva definito calcolando l’incidenza dei fondi di terzi sul totale collocato. Sulla base di questa definizione, secondo quanto emerge dallo studio, il valore medio ponderato di questa misura, riferito al sistema distributivo nel suo complesso e calcolato includendo il contributo di gestioni di portafoglio e polizze unit-linked, si attesta al 50%.

“Il dettaglio dei dati raccolti - continua Rota - ha poi consentito di evidenziare il diverso grado di apertura delle varie categorie di distributori definite in base alla specializzazione per canale e clientela. Sul punto si rileva, ad esempio, che gli sportelli bancari dedicati alla clientela mass-affluent fanno segnare livelli di apertura relativamente modesti (mediamente 30% circa); viceversa le banche private e le reti di consulenti si contraddistinguono per valori medi più che doppi (rispettivamente 66% e 62%)”.