Mercati azionari, risultati eccellenti in scia alle prossime mosse delle banche centrali

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Il corso brillante dei Treasuries nelle ultime settimane, anche nella forchetta tra i 10 e i 30 anni, ha suscitato parecchie perplessità sui mercati azionari. Ma come, ci si è chiesti, continuiamo a dirci che la ripresa sta accelerando e sarà forte per poi invece vedere i trentennali che salgono come se invece si stesse rallentando. Qual è il motivo?

“Per qualche tempo si è cercata una risposta in positivo nell’inflazione più bassa del previsto. Rischiamo la deflazione, ci si è detti, e quindi è giusto che i governativi salgano, portandosi dietro tutto il resto”, commenta Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners SGR e autore della newsletter “Il rosso e il nero”. E spiega: “succede però che da tre mesi, a guardare i numeri per davvero, l’inflazione esce più forte delle attese. Mentre pensiamo di essere all’1% e di rischiare di andare a zero, il dato annualizzato degli ultimi tre mesi, come nota perfidamente David Rosenberg, è del 2,3%. Rosenberg, che nelle sue previsioni sull’andamento dei prezzi ha un passato pluridecennale impeccabile, è convinto che vedremo il 3% già l’anno prossimo. Con il 3% d’inflazione (solo l’inizio di un lungo trend, a suo parere) la tesi che Bernanke va esponendo nei suoi costosissimi pranzi con grandi gestori (non vedrò mai più i Fed Funds al 4%), trova Rosenberg in disaccordo”.

In realtà, secondo l’esperto, una possibilità da considerare seriamente è che l’inflazione risalga nel 2014, nel 2015 e oltre con i Fed Funds che la inseguono solo in parte. I tassi reali, che sono prematuramente risaliti nell’estate scorsa, sono oggi azzerati sul decennale e potrebbero diventare negativi su tutta la curva nei prossimi anni. Afferma Fugnoli: “Con una Fed che rimane strategicamente molto più espansiva di quanto non pensino i mercati, con una Banca del Giappone che potrebbe ampliare il suo Qe nei prossimi mesi e con una Bce che il 5 giugno non si limiterà ad abbassare i tassi ma ci regalerà qualche altra misura (un Ltro o un acquisto di titoli che non sia ancora un Qe), le condizioni per i mercati azionari, in un anno che già vedrà un’accelerazione della crescita, saranno eccellenti”.

Questo non deve però significare l’abbandono delle elementari norme di prudenza, nemmeno per un minuto. Conclude l’esperto: “l’imponderabile, che è sempre in agguato, ama di passione travolgente i mercati sopravvalutati. Una zampata dell’orso del 15-20%, perfettamente sopportabile in un portafoglio con rischio controllato, può diventare fatale, se si hanno posizioni a leva, anche nel caso, invero probabile, che la correzione sia solo temporanea”.