Liquid alternative, il nuovo modello vincente

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Kym Ellis, Unsplash

In uno scenario controverso, segnato da crescita e da contraddizioni, le soluzioni cosiddette liquid alternative costituiscono una valida alternativa al rischio della direzionalità degli indici, quelli azionari come quelli obbligazionari. Il risparmiatore più che una asset class vincente deve cercare, e dotarsi, del metodo vincente cioè la capacità di superare le diffidenze e allargare la diversificazione a nuove fonti di rischio/rendimento per attenuare il rischio della attuale sopravvalutazione di obbligazioni ed azioni.

In effetti negli ultimi anni abbiamo assistito al costante aumento della domanda da parte degli investitori per nuove e diversificate fonti di rischio da affiancare alla tradizionale allocazione in azioni e obbligazioni. Una domanda che trova fondamento in uno scenario senza precedenti, con rendimenti negativi, borse volatili, rischi politici. L’industria ha risposto a questa necessità prendendo le strategie più adatte a questo scenario, tradizionalmente esclusivo appannaggio dei gestori di hedge fund, e le ha impacchettate in fondi a liquidità giornaliera, disponibili a tutti gli investitori.

La diversificazione si è così allargata a diverse e più sofisticate fonti di beta. I liquid alternative sono strumenti semplici ma non banali, utilizzano ad esempio le azioni massimizzando il movimento relativo del prezzo tra coppie long/short, e lo stesso accade nelle strategie obbligazionarie che rispondono ai rendimenti negativi con approcci molto diversificati e neutrali alla direzionalità dei tassi.

Nella finanza accademica uno dei campi più studiati è rappresentato dalle fonti di rendimento sistematiche. I ritorni generati da fattori quali il value o il momentum, sono da tempo sotto la lente degli specialisti, anche per la loro rilevanza all’interno dei modelli teorici di asset pricing. Si tratta di rendimenti associati a diverse fonti di beta, ad esempio il value o il carry da volatilità. I premi al rischio alternativi (Alternative Risk Premia) offrono bassa correlazione e alta diversificazione. Certo, si tratta di strumenti che per definizione incorporano un certo grado di rischio sistematico, anche se non direttamente associati ai mercati azionari o obbligazionari. La tabella  mostra una rassegna dei premi al rischio alternativi secondo le categorie di strategia e classe di attivi. 

Il beta alternativo 

Oggi il beta alternativo è al centro di un’industria globale e l’interesse che sta avendo presso investitori retail e istituzionali è a vantaggio di maggiore liquidità e trasparenza degli strumenti alternativi. La figura 2 riporta una mappa creata dall’analisi proprietaria di GAM relativa alla correlazione. Essa indica le diverse strategie e classi di attivi come punti sulla superficie di una sfera, dove il polo nord è dato dal rischio azionario ed il polo sud dal rischio obbligazionario. 

La distanza tra due punti è, dunque, una misura della correlazione tra le rispettive serie temporali. Quanto più vicini sono i due punti, maggiore è la correlazione dei rendimenti e viceversa. Secondo la nostra esperienza di gestori, la performance di un portafoglio composto da azioni, obbligazioni e da strumenti alternativi è superiore a quella di un portafoglio convenzionalmente bilanciato tra azioni e obbligazioni. Il portafoglio tradizionale genera un rendimento medio annuo del 5,3%, ma il medesimo portafoglio diversificato con strumenti liquid alternative (in modo specifico gli Alternative Risk Premia, sorta di multi asset alternativo) genera l’8,3% medio annuo. E visto che non ci sono regole semplici che governano le performance attese, alla fin fine è sempre l’abilità nell’asset allocation a determinare la giusta struttura di portafoglio per le varie fonti di rischio. Nella teoria della risk parity, in un portafoglio ottimale ciascuna fonte di rischio concorre in uguale misura. La varianza dei rendimenti, il più diffuso indicatore di rischio, è ritenuto inaffidabile perché non tiene conto dell’eventualità di perdite estreme. Al contrario, la nostra metodologia proprietaria di ottimizzazione del portafoglio alternative risk premia, si basa sull’analisi del drawdown atteso e si concentra in particolare proprio sulla possibilità che si verifichino perdite estreme. È un approccio che predilige la tutela del capitale e dovrebbe dispiegare i suoi benefici soprattutto nelle fasi di maggiore instabilità dei mercati. 

Mappa_Alternative_Risk

Secondo il nostro Lars Jaeger, che all’attività di gestore di strategie alternative ha affiancato quella accademica di ricercatore e autore, i presupposti per la crescita futura del settore degli investimenti alternativi sono la trasparenza e la verifica che le performance non siano correlate con i mercati finanziari in generale. Si tratta di due fattori fondamentali per dare agli investitori la piena comprensione delle fonti di rendimento e di rischio. 

In termini pratici, i fondi liquid alternative proposti alla clientela retail sono naturalmente conformi alla normativa UCITS. Per quanto riguarda la corretta conoscenza di strumenti che restano pur sempre complessi, la responsabilità è equamente divisa tra l’investitore, che ha il dovere di conoscere dove sta mettendo i propri soldi, i consulenti, che hanno il dovere di spiegare le scelte d’investimento, e le case di gestione, che hanno il dovere della trasparenza nelle informazioni sui propri prodotti.