Le soluzioni alternative di Franklin Templeton per il 2018

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Il 2017 è stato un anno di cambiamenti per Franklin Templeton. Gli obiettivi principali sono stati il rafforzamento del business retail, il consolidamento delle partnership strategiche con i principali distributori, ma soprattutto razionalizzare l’asset mix delle soluzioni d’investimento. “L’anno scorso è stato l’anno della semina, in vista di un mercato che nei prossimi quattro anni evolverà con MiFID II. Noi ci siamo già attrezzati per cogliere le diverse opportunità”, commenta Michele Quinto co-branch manager e retail sales director.

“Continuiamo a lavorare per diversificare al meglio il nostro portafoglio, valorizzando alcune expertise che prima erano state un po’ oscurate dall’enorme successo che hanno da sempre riscosso le nostre strategie obbligazionarie globali”. Tra le soluzioni più apprezzate sul mercato italiano oggi troviamo i prodotti obbligazionari total return europei, i multi-asset, gli obbligazionari e gli azionari dei Paesi emergenti. Su questi ultimi abbiamo da poco attivato un'importante campagna di comunicazione”, spiega il responsabile. "In coincidenza dell’introduzione di MiFID II abbiamo deciso di razionalizzare l’offerta di prodotti concentrandoci su ciò che chiede l’investitore finale”. Oltre a queste soluzioni la casa di gestione continuerà a puntare sui fondi a cedola e, in vista di un aumento della volatilità nei mercati azionari, sui liquid alternative.

Franklin Templeton ha investito parecchio in questi anni sul tema education con la valorizzazione della piattaforma FT Accademy. Inoltre, in collaborazione con L’EFPA, la società ha erogato negli ultimi tre anni molti moduli formativi certificati per i consulenti finanziari, un servizio a valore aggiunto a beneficio delle reti distributive.

Gli uffici di Franklin Templeton in Italia sono composti da 29 professionisti di cui 20 dedicati al marketing e alle vendite. “Siamo stati i primi ad aprire anche degli uffici locali a Padova, a Roma e a Firenze per una maggior vicinanza con le reti distributive”, spiega Quinto. “Inoltre, a Milano ci sono due persone che seguono il canale retail, una sulla consulenza finanziaria e l’altra sul private banking, due persone che seguono la clientela wholesale e una persona per i clienti istituzionali”.

Le soluzioni liquid alternative: Il Franklin Templeton K2 Alternative Strategies Fund

Tra i soli nove fondi con triplo rating ABC, troviamo il Franklin Templeton K2 Alternative Strategies Fund. Il comparto ha l’obiettivo di contenere la volatilità del mercato azionario seguendo un approccio multi-strategy.

Il fondo nasce dall’acquisizione della società K2 da parte di Franklin Templeton nel 2013, società molto famosa negli Stati Uniti per la selezione e advisory sugli hedge fund. “K2 aveva una piattaforma di hedge fund manager molto numerosa che stiamo trasferendo nel mondo UCITS", commenta Quinto. “Abbiamo portato in Italia questo prodotto proprio per le sue caratteristiche affini al mercato italiano: una soluzione liquid alternative meno rischiosa, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista reputazionale e operativo”.

È un prodotto sia multi-strategy che multi-manager, che offre ai clienti una serie di vantaggi. Primo fra tutti quello di delegare le scelte di allocazione strategica: “prendendo le quattro strategie classiche degli hedge fund, long/short, event driven, relative value e global macro, rivediamo periodicamente il peso di queste all’interno del portafoglio in base alle fasi del ciclo economico”, spiega Quinto. Il secondo vantaggio è un approccio multi-manager, “Prima vengono definite le scelte strategiche, poi le scelte di allocazione da parte dei singoli gestori secondo un approccio manager of manager” (ogni gestore è specializzato in una data area o settore). Il gestore fa ricorso anche a degli overlay quindi, nel caso di drawdown di mercato, ha la possibilità di utilizzare delle coperture di portafoglio per ridurre livello di rischio. “Questo è un fondo di successo tutto italiano. Il comparto ha più di un miliardo e 700 milioni di euro di masse, di cui circa il 40% generate in Italia”, spiega Quinto.

Al 31 gennaio 2018, il portafoglio era investito per il 76% sul mercato americano con un’esposizione azionaria del 32,67% e una preferenza per i settori dei beni di consumo ciclici (24,20%), sanitario (20,65%), materie prime (13,99%) e beni industriali (13,86%).