Le sette differenze tra un fondo indicizzato ed un ETF

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Niklas Morberg, creative commons, flickr

In Europa la gestione passiva sta guadagnando sempre più terreno. E lo fa attraverso i fondi indicizzati e gli ETF, la cui presenza nei portafogli è aumentata significativamente negli ultimi anni. Sebbene apparentemente entrambi i prodotti possano sembrare equivalenti, in realtà non lo sono. Presentano differenze molto significative di cui gli investitori non sono sempre consapevoli, il che li porta a commettere un errore nella scelta del veicolo più appropriato per ogni occasione.

  1. In primo luogo, i fondi indicizzati tendono ad avere un TER inferiore e un prezzo di acquisto più alto per gli investitori rispetto agli ETF, che hanno un TER più elevato e un costo di entrata e uscita inferiore. Questo minore costo di acquisto e vendita dei fondi quotati pe dovuto al fatto che sono quotati sul mercato secondario e si scambiano perciò azioni esistenti dell'ETF con differenziali inferiori rispetto a quelli del sottostante, dato che il costo di creazione delle unità che compongono il veicolo è stato diluito.
     
  2. Inoltre, esiste una comunità di market maker che quotano gli ETF e che hanno un inventario che possono mettere a disposizione degli investitori a un costo inferiore rispetto al paniere di azioni o obbligazioni sottostanti. Nel processo di compravendita, nel caso degli ETF, l'investitore interagisce con i broker, mentre nei fondi indicizzati lo fa con la società di gestione. Questa è la seconda grande differenza.
     
  3. Seguendo la struttura del prodotto, la terza differenza principale è che i fondi indicizzati, come i fondi tradizionali, hanno delle classi. Generalmente gli ETF non le hanno, anche se alcuni fornitori stanno iniziando a offrire classi diverse per i fondi quotati. Ciò contribuisce alla liquidità, che favorisce la riduzione degli spread, e all'aumento degli scambi nel mercato secondario e, quindi, avvantaggia il partecipante. È una tendenza del settore. Va ricordato infatti che l'ETF ha una liquidità infragiornaliera mentre il fondo indicizzato ha un valore liquidativo giornaliero, un prezzo unico e un orario limite, come qualsiasi fondo di investimento tradizionale.
     
  4. La quarta chiara differenza è che nell'ETF non ci sono retrocessioni, mentre nel fondo indicizzato possono esserci.
     
  5. Altra differenza riguarda gli importi minimi contratti. Con l'ETF l'investitore può operare da una partecipazione. Nel caso dei fondi indicizzati ci sono volumi minimi che possono essere contrattati.
     
  6. Vi sono anche aspetti distiniti in merito all'esposizione sottostante. In generale, gli ETF offrono una maggiore capillarità rispetto ai fondi indicizzati, progettati per posizioni strategiche su indici più generici. Nel reddito fisso, ad esempio, è raro vedere i fondi indicizzati per uno specifico tratto della curva, mentre nel caso degli ETF è cosa comune.
     
  7. La trasparenza del sottostante è l'ultima grande differenza. L'ETF consente all'investitore di accedere al portafoglio su base giornaliera, mentre con i fondi indicizzati l'accesso è solitamente mensile. Tuttavia, poiché gli indicizzati, come gli ETF, possono essere a replica fisica totale, gli investitori sanno già in anticipo che la configurazione del portafoglio è la stessa dell'indice. Ciò non significa che il rendimento finale che entrambi i prodotti offriranno sarà lo stesso. Se si analizza il portafoglio di un ETF sullo S&P 500 e un fondo indicizzato sullo stesso indice, si osserva che entrambi sono praticamente uguali, sebbene al momento della loro gestione ci sono delle sfumature dissimili che possono creare delle differenze che influenzano il rendimento.