Le sette abitudini dell'investitore di successo

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Andre Hunter, Unsplash

Investire non è un gioco da ragazzi, specialmente quando si è combattuti tra l'evitare il rischio e la ricerca di rendimenti. Per questo, Hans-Jörg Naumer e Stefan Scheurer del Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz GI hanno stilato un elenco di sette semplici abitudini per avere successo quando si investe. Ecco quali sono:

1. Conosce se stesso e mette alla prova le sue intenzioni
La finanza comportamentale ce lo insegna. Il cervello umano è il culmine di un processo di evoluzione durato centinaia di anni, per questo ancora oggi tendiamo a riprodurre comportamenti apparentemente irrazionali. In finanza, dovremmo imparare dagli indiani del Dakota che dicevano “se il cavallo è morto, scendi”. “Incontro ancora investitori che hanno acquistato azioni per 60 o 80 euro dopo l’inizio del nuovo millennio e stanno ancora aspettando che i prezzi tornino agli stessi livelli. Se avessero venduto e switchato a un paniere diversificato di titoli azionari tedeschi o europei, avrebbero più che compensato le perdite”, scrive Naumer.  

2. È la ‘conservazione del potere d’acquisto’ a guidare le sue scelte, non la ‘sicurezza’
Tutto sembra ruotare attorno alla sicurezza intesa come assenza di fluttuazione dei prezzi. Che gli investitori vogliano evitarla è più che comprensibile ma così facendo trascurano il rischio di perdere il potere d'acquisto - il che è ancora più spiacevole, considerando che l'interesse sul risparmio è praticamente pari a zero attualmente. E i titoli di Stato non sono più la soluzione visto che a fine 2017 quasi il 45% di quelli dell'area euro aveva rendimenti negativi.

Il grafico sottostante dimostra quanto velocemente l’inflazione distrugga il potere d’acquisto. Mettiamo il caso di avere 100 euro sotto al materasso. Con un tasso di inflazione che si colloca intorno al target della BCE nel medio termine (di poco inferiore al 2%), da qui a dieci anni si potranno acquistare beni per un valore di poco superiore agli 80 euro o inferiore a 70 euro fra 20 anni. Se l’ipotetico tasso d’inflazione salisse al 4%, questo denaro varrà meno di 70 euro fra soli dieci anni e dopo 20 non basterà neanche ad acquistare beni che costano 50 euro. Vista in questi termini, il rischio maggiore è non correre alcun rischio.

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3. Si assume dei rischi
Gli investitori sanno che non possono guadagnare senza assumersi un rischio. Le lunghe serie storiche disponibili per il mercato azionario statunitense mostrano che le aspettative sui premi al rischio non sono state deluse, anche se il premio è cambiato nel tempo. Confrontando il premio al rischio delle azioni statunitensi con i Treasury Bond dal 1801 al 2017, è possibile notare che nei 30 anni è stato generato un premio di rischio di 3,7 punti percentuali.

Lo studio dell'intero periodo mostra chiaramente l'effetto dei premi per il rischio azionario. Se gli investitori avessero investito un dollaro in Treasuries nel 1801, entro la fine del 2017 avrebbero guadagnato poco più di 1.500 dollari. Investire in azioni nello stesso periodo avrebbe fatto guadagnare loro più di 1,8 milioni di dollari statunitensi. Ovviamente, la storia non si ripete, ma possiamo imparare molto da lei. Assumere rischi maggiori sulle azioni, quindi, è stato ampiamente premiato nel lungo periodo. Dalla prospettiva del potere d'acquisto, le azioni hanno offerto maggiore sicurezza delle obbligazioni.

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4. Investe, non specula
Non bisogna scommettere sui movimenti dei prezzi nel breve termine ma mettere il proprio capitale a lavoro nel medio/lungo termine. La differenza tra i due concetti è spiegata nel grafico qui sotto per i vari segmenti del mercato azionario. Prendiamo ad esempio le azioni europee: chi ha investito in un paniere ampiamente diversificato di titoli azionari europei negli ultimi 25 anni da guadagnato quasi l'8,7% in media. Chi ha perso i 20 migliori giorni sul mercato azionario aspettando prezzi di partenza migliori ha guadagnato meno del 2,5%. Chi hai perso i 40 giorni migliori, invece, ha effettivamente perso l'1,5% annuo in media.

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5. Prende un impegno vincolante
Per costruire un buon portafoglio è importante considerare tre effetti: effetto diversificazione (investire in portafogli riduce il rischio di concentrazione del portafoglio), effetto mercato (mediante un piano di versamenti ricorrenti per ridurre il rischio dettato dalle oscillazioni di prezzo del titolo), effetto dell’interesse composto (risparmiando per un lungo periodo si può beneficiare dei vantaggi derivanti dall’interesse composto semplicemente attraverso la rivalutazione del capitale).

6. Non rimanda a domani quello che può fare oggi
Miliardi di euro dormono nei libretti di risparmio e nei conti di deposito bancario, nonostante uno dei driver di un investimento di successo sia l'orizzonte di investimento in combinazione con l'effetto dell’interesse composto. Facciamo l’esempio di un piano di risparmio: un investitore vuole mettere da parte 100.000 euro per quando andrà in pensione. Iniziando molto presto e avendo 36 anni di tempo per raggiungere il suo obiettivo, gli sarà sufficiente risparmiare 50 euro al mese con un rendimento medio del 7,50%. Ma se ha a disposizione solo 12 anni, dovrà mettere da parte circa 400 euro al mese.

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7. Va dove lo porta la gestione attiva
Investire in fondi con un approccio di gestione attivo non solo dà la possibilità all’investitore di battere i benchmark di mercato, ma consente al gestore di limitare le perdite in caso di drawdown. Inoltre, è capitato che ci siano stati degli indici che si sono apprezzati perché contenevano titoli che seguivano le mode del momento; questo a sua volta ha fatto crescere le performance nel breve termine gli strumenti passivi, senza che ci stato un miglioramento dei fondamentali (come abbiamo visto nelle crisi della Bolla di internet o del subprime in America dove questi strumenti non descrivevano il valore reale del mercato).