Le preoccupanti tendenze azionarie che gli investitori dovrebbero prendere in considerazione

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È possibile gestire una strategia azionaria absolute return in assenza di volatilità? È questa una delle sfide che Amadeo Alentorn, gestore dell’Old Mutual Global Equity Absolute Return, fondo che vanta del doppio rating AB Funds People (Preferito dagli Analisti-Blockbuster), ha dovuto affrontare durante tutto il 2017.

Negli ultimi mesi, l'esperto ha rilevato diverse tendenze atipiche che hanno tutte portato alla stessa conclusione: gli indicatori di volatilità sono distorti e non riflettono correttamente il rischio. Il primo di questi trend è stato il crollo del riacquisto di azioni durante l'anno. Storicamente, le aziende hanno sempre ridotto i loro riacquisti di azioni nelle fasi ribassiste del mercato. Alentorn interpreta questo comportamento come "una dimostrazione del fatto che il mercato sia abbastanza sopravvalutato". Il gestore afferma che, da un lato, "il rally è stato sostenuto dall'acquisto di azioni percepite come ‘sicure", dall'altro, "la volatilità è artificiosamente schiacciata, non riflette correttamente il rischio macro".

La combinazione di entrambe le situazioni ha provocato un aumento dei prezzi delle azioni a basso beta, un fenomeno che il gestore trova particolarmente visibile nel caso di S&P 500. Il manager fornisce un grafico nel quale si può osservare l’evoluzione, da giugno 2013 (in concomitanza col Taper Tantrum della Federal Reserve), del valore contabile dell'indice S&P 500 e dello S&P 500 Low Volatility. Si osserva che, da giugno 2015, l'indicatore di bassa volatilità supera costantemente l'indice tradizionale, anche se dalla scorsa estate le valutazioni di entrambi gli indici hanno cominciato a convergere verso lo stesso punto.

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Fonte: OMGI.

Alentorn interpreta questa convergenza come un chiaro segnale di quello che lui definisce "quantitative crowding", ovvero un eccessivo posizionamento nella stessa transazione da parte dei gestori con modelli quantitativi. Il risultato è che "le strategie di bassa volatilità e alto dividendo sono molto affollate, e ciò sta portando a prezzi esorbitanti". Ed è per questo motivo che, da qualche tempo, l'Old Mutal Global Equity Absolute Return Fund ha scelto di assumere posizioni corte in società a basso beta che presentino "un comportamento irrazionale".

Un'altra tendenza che preoccupa l'esperto è il modo in cui gli ETF a bassa volatilità hanno contribuito a peggiorare questa tendenza, che allo stesso tempo stanno portando gli investitori ad assumere dei rischi nascosti. "Se analizziamo le fonti di rischio che replicano gli ETF a bassa volatilità, osserviamo che, spesso, queste fonti non si adattano allo stile con cui dicono di investire", sostiene il fund manager di Old Mutual Global Investors.

L’esperto fornisce un ulteriore grafico in cui si può chiaramente notare la tendenza: considerando ad esempio tre fondi quotati che offrono esposizione a vari indici azionari statunitensi con bassa volatilità, e scomponendo la loro esposizione a diversi fattori e fonti di rischio. Il risultato è che questi risultano fondi esposti alla volatilità, ma anche alla sensibilità del mercato, alla liquidità o alla capitalizzazione delle società presenti in questi indici.

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Fonte: OMGI.

Il gestore ritiene che gli ETF che replicano strategie ad alto dividendo siano quelli che registrano un maggior numero di fattori di rischio nascosti, e fornisce un terzo grafico che lo dimostra: prendendo in considerazione quattro prodotti che replicano il comportamento degli indici dei dividendi, si osserva che lo stile prevalente non è il rendimento per dividendo, ma la sensibilità del mercato, l'andamento dei prezzi a medio termine (momentum) o la capitalizzazione.

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Fonte: OMGI.