Le possibili campane cinesi, dopo il suono delle trombe di Trump

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte SIM
Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte SIM

Commento a cura di Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM.

Continua il botta e risposta USA-Cina in vista del G20 del 28/29 giugno, che ora sta approdando a livello di singole società, a partire da Huawei verso cui diverse aziende Usa stanno implementando blocchi di forniture.

Venerdì gli USA hanno annunciato la proroga di 180 dei dazi minacciati su auto europee e giapponesi. Durante il week end Trump ha inoltre annunciato che la disputa commerciale con Messico e Canada volge al termine, cancellando i dazi su acciaio e alluminio e preavvertendo che lo stesso faranno da oggi i due paesi sulle merci su cui avevano applicato dazi. 

Trump sembra pertanto intenzionato a concentrarsi sul fronte USA-Cina, in vista del G20 del 28/29 giugno. Dopo la raffica di dazi già implementati e da implementare (dal 1° giugno partono i dazi cinesi, con gli USA che minacciano l’estensione ad altri 300 miliardi di dollari di merci da fine giugno), al momento i due contendenti stanno arrivando allo stadio del coinvolgimento di singole aziende, con gli USA intenzionati a bloccare le forniture a Huawei, come già dichiarato da alcuni grossi colossi del calibro di Google e Intel.

Parafrasando le celebri parole di Pier Capponi, dopo che Trump ha suonato le sue trombe, quali campane potrebbe far suonare la Cina? Lo yuan continua a permanere vicinissimo alla delicata soglia di 7 sul dollaro, che al momento potrebbe essere non valicata. Il rischio semmai aumenterebbe a fine mese, se dopo il G20 Trump davvero implementasse i dazi su altri 200 miliardi di dollari di beni. Gli osservati speciali allora rimangono Treasury e petrolio. Treasury: il momento di maggiore attenzione si sposta al 28/29 maggio, quando ci saranno le aste sul 2,5 e 7 anni Treasury. Petrolio: qui la faccenda inizia a riscaldarsi, dopo la riunione del comitato Opec+ di ieri che ha visto l’Arabia incitare i vari membri a prorogare i tagli alla produzione anche al secondo semestre. La Russia però mantiene un atteggiamento più scettico sul punto, sottolineando, attraverso il ministro Novak, che “è possibile arrivare ad un allentamento dei tagli alla produzione”, in vista dell’incontro Opec del 25/26 giungo a Vienna. Ricordo che il presidente cinese ha fissato un incontro con Putin in Russia a giugno (data per ora da fissare), verosimilmente prima del G20 del 28/29 giugno stesso.