Le opportunità derivanti dagli investimenti in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)

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Sergio Corbello

L’Italia, nella classifica stilata dal World Economic Forum, alla voce 'infrastrutture', figura al ventunesimo posto, preceduta in Europa non soltanto da Germania, Francia e Gran Bretagna, ma anche da Paesi le cui economie pesano meno della nostra all’interno dell’UE, come Olanda, Spagna e Belgio. Il deficit infrastrutturale è per definizione un freno allo sviluppo e alla produzione di ricchezza, ma nel mondo rappresenta una grande opportunità, soprattutto per gli investitori istituzionali. 

In particolare, gli investimenti in infrastrutture sono attraenti perché il loro rendimento non è legato all’andamento dei mercati finanziari, di cui non subiscono la volatilità, e nemmeno all’andamento dei cicli economici. “Sono investimenti lineari, dove si vedono gli effetti concreti sull’economia reale”, spiega Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza. Ma, soprattutto, l’orizzonte temporale è ideale per investitori come i fondi pensione e le casse previdenziali, che per la stessa natura della loro attività ricercano occasioni di investimento in grado di offrire rendimenti corretti per il rischio stabili e appetibili nel lungo periodo. “Sono le soluzioni ideali per le casse pensioni, assicurazioni e le fondazioni bancarie. La Cassa Forense ha già sottoscritto un importante impegno con il FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti), che opera a sostegno delle piccole e medie imprese, e l'ANIA (Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici), la quale sta promuovendo la realizzazione di un fondo infrastrutturale per le proprie associate. “Solo i fondi negoziali rimangono ancora timorosi, anche se negli ultimi anni si stanno pian piano approcciando agli investimenti alternativi”, spiega Corbello.

Da anni Assoprevidenza, in estrinsecazione del suo ruolo di centro tecnico, si adopera per far conoscere le caratteristiche di varie tipologie di Fondi di Investimento Alternativi (FIA), che nella totalità dei casi compiono investimenti nell'economia reale: fondi immobiliari, fondi di private equity, credit funds, fondi dedicati alle energie alternative, fondi votati al nuovo comparto dell'intelligenza artificiale e della robotica. “Per ciascuna tipologia di possibile impiego, da soli o con altri, abbiamo realizzato convegni e seminari cercando di informare al meglio il comparto della previdenza complementare. Quindi, ci siamo particolarmente focalizzati sul settore delle infrastrutture sociali (residenze sanitarie assistenziali - RSA, strutture sanitarie in genere, studentati), che risultano piuttosto ‘semplici’ da valutare e sono in grado di offrire, con bassissimo rischio, rendimenti stabili e interessanti nel tempo”, spiega il presidente.

Inoltre, questa tipologia di investimenti, secondo Corbello, sposa perfettamente la missione sociale degli enti previdenziali con le necessità del Paese: “Per le RSA, basti pensare al peso del fenomeno invecchiamento, di cui l’Italia è la punta di diamante in Europa, e alla loro caratteristica, cui siamo particolarmente sensibili, di iniziative di sviluppo sostenibile”.

All'incontro ha partecipato anche REAM SGR, asset manager del settore immobiliare con caratteristiche uniche nel panorama delle società di gestione italiane: il capitale fa interamente capo a fondazioni bancarie, quindi a enti non profit. Il capitale raccolto da REAM SGR durante il commitment period viene richiamato agli investitori e utilizzato per l’acquisizione delle RSA entro i primi 18/24 mesi di vita del fondo. Per darci un'idea più chiara della tipologia di investimento, la società ricerca immobili con le seguenti caratteristiche, che possano soddisfare le esigenze del mandato: 

  • Immobili privi di rischio manutentivo nel medio-lungo periodo, essendo l’alta efficienza operativa il requisito indispensabile all’attività dei gestori selezionati;
  • Immobili già a reddito con ridotto di rischio vacancy;
  • Contesto urbanizzato e facilmente raggiungibile;
  • Bacino potenziale degli ospiti superiore a 100.000 abitanti e assenza di rischio di delocalizzazione in virtù della rilevanza del bacino di utenza per l’attività cui sono destinate;
  • Dimensione minima di 80 posti letto, oltre alla possibilità di poter erogare servizi accessori alla persona;
  • Dotazioni delle strutture in linea con gli standard richiesti dalla normativa vigente;
  • Ridotto consumo di risorse energetiche ed alta efficienza prestazionale dal punto di vista ambientale.