La volatilità vincente

La volatilità sui mercati è sintomo di dubbio, di incertezza, di forze contrastanti che si scontrano perché hanno una diversa visione dello stato dell’economia, ed è in questo contesto che si creano opportunità, perché qualcuno ha ragione e qualcuno torto. Ci sono delle scelte da fare e ci sono gestori capaci di affrontarle meglio di altri. Quando però le scelte da fare non ci sono, quando i mercati non premiano il rischio, i gestori perdono il loro potere e si adattano al volere di mercato.

Fino al terzo trimestre dell’anno abbiamo vissuto in un mondo a bassa volatilità, con il principale indice di riferimento (VIX) che toccava il minimo degli ultimi sette anni e solo raramente mostrava segnali di allegria. Ma le cose sono cambiate. Perché? Perché lo sguardo di ogni investitore ha ormai già visto e metabolizzato quello che le banche centrali gli hanno voluto indicare. Non dimentichiamo che, quando la volatilità è bassa, le strategie vincenti sono quelle che comportano poche scelte e seguono il trend. 

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Strategie

Ma cosa succede se improvvisamente gli investitori si accorgono di non essere più tutti d’accordo e cominciano a far “ballare “il mercato? Succede che emergono coloro capaci di gestire il rischio. Questo è il lavoro di Nicolas Walewski (gestore, tra gli altri, del fondo Plurima European Absolute Return) che, nonostante l'apprezzata abilità che ne fa uno degli stock selector più rinomati, non è comunque riuscito ad evitare le due grosse rotazioni di quest’anno: Value vs Growth (aprile maggio), Large vs Small (agosto). La strategia Long-Short Equity funziona bene con mercati dinamici poiché sia la parte lunga che quella corta hanno opportunità di generare profitti; ultimamente, invece, quando una componente generava performance, l’altra la sperperava. Mi auguro che torni il tempo delle scelte in modo che Nicolas possa dimostrare il suo talento. 

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A prima vista, sembrerebbe quindi consigliabile adottare strategie che replicano i mercati quando la volatilità è bassa. Eppure la principale caratteristica delle fasi di bassa volatilità è di terminare improvvisamente e bruscamente, lasciando gli investitori a bocca aperta. E’ per questo che anche in periodi di basso rischio è opportuno essere prudenti. Ian Heslop, gestore dell’Old Mutual Global Equity Absolute Return, guida il suo fondo tenendo le due mani sul volante, un occhio sulla strada e uno sul tachimetro. Non si preoccupa se una cabrio lo passa a 200 k/h perché sa che quando finirà la pianura e inizieranno i tornanti innevati, il suo 4x4 manterrà la velocità di crociera. La strategia Global Market Neutral implementata genera ritorni veramente indipendenti dai mercati.

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Essere indipendenti vuol dire non beneficiare della corrente, ma dover contare sulle proprie braccia e sulla propria esperienza da vogatore. Ian ha dimostrato di poter contare su entrambe generando ritorni stabili negli ultimi sei anni. Ma non è la diversificazione che permette di generare ritorni stabili! In contesti di bassa volatilità ci illudiamo che un portafoglio ben diversificato ci possa proteggere dall’inevitabile correzione dei mercati. Errore. La verità è che quando l’incertezza attraversa i mercati, tutti i settori ne sono contagiati e non esistono investimenti sicuri, neanche il cash (si ricorda qualcosa del 2008 dopo il fallimento di  Lehman Brothers e del rischio controparte?).  Tuttavia,  disporre di  cash in certi momenti ti permette di cogliere delle opportunità, a condizione che vi sia un contesto di mercato efficiente negli scambi. Le strategie che meglio adottano questo concetto sono le Event driven. E tra queste apprezzo particolarmente l’approccio di Manuele Ortelli (Julius Baer Artemide) che, come un cacciatore, sa aspettare pazientemente la sua preda (che altro non è che l’opportunità di acquisto) e, nell’attesa,  non si annoia di rimanere liquido. Nella fretta di seguire la mandria perché tutto sembra tranquillo, infatti, spesso non ci si accorge del rischio che si sta accumulando, e, trascinati, non ci si rende conto di avere già un piede nel crepaccio.