La Russia cresce meno ma il peggio è alle spalle

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immagine ceduta

Sono stati rivisti al ribasso i dati di crescita dell’economia russa per il biennio 2015-2016, questo è un fatto, ma occorre inquadrare la situazione. Certo è che siamo distanti da quando l’economia Russia cresceva abbondantemente sopra la media mondiale ma possiamo asserire che il peggio sia passato per una serie di motivi. In primis ci si è resi conto che non si possa contare sulla sola esportazione di energia e quindi il processo di diversificazione è quantomeno iniziato, anche come risposta necessaria alle sanzioni.
 
Questa nuova percezione trova anche riscontro nel fatto che il budget statale per il 2016 avrà come assunto il prezzo del petrolio a 50 USD. Nei primi 9 mesi di quest’anno il surplus nella bilancia commerciale ammontava a 57miliardi di USD, i livelli di import erano in ribasso di circa il 40% anno su anno, fatto che bilancia i minori incassi derivanti dall’export di energia.
 
In merito all’economia di sostituzione, guidata dalle sanzioni, si può notare come si stia sviluppando, sebbene ancora in scala ridotta. Principalmente nel settore agroalimentare e farmaceutico ma ha anche effetti sulla componentistica auto, sui macchinari da costruzione e servizi per l’industria petrolifera. Sempre in merito alle sanzioni si crede che verranno rimosse nel corso del 2016, più verso la fine che non all’inizio come si credeva nei mesi scorsi. Questo per avere maggiore tempo per proseguire nei negoziati per la normalizzazione dei rapporti fra Russia e Ucraina e quindi affinché Minsk II tenga, sebbene con aggiustamenti. All’interno del Cremlino si dice che l’importanza di vedersi rimuovere le sanzioni sia stata ben compresa.