La nuova frontiera delle piattaforme di fondi

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Le piattaforme di distribuzione rappresentano una risorsa importante per le strategie di open architecture. Tali realtà permettono agli operatori del settore e agli investitori finali di avere un accesso facilitato all’offerta di prodotti, moltiplicando quindi le opportunità di diversificazione. Negli ultimi anni queste piattaforme hanno vissuto un’importante evoluzione, passando dall’essere realtà di sola intermediazione a divenire fornitori di servizi per la distribuzione. “Le esigenze dei clienti, siano essi collocatori o portfolio manager, non si fermano più alla sola operatività sui fondi ma si ampliano sempre più includendo servizi informativi, di analisi e di reportistica. Tutte le controparti sono, infatti, alla continua ricerca di ottimizzazione di costi, processi e rischi e di conseguenza cercano di affidarsi ad un player che possa fornire più servizi in unica soluzione, creando economie di scala e di processo con un unico punto di accesso”, spiega Licia Megliani, country head Italy di Allfunds. 

La manager specifica come a trovare valore nelle piattaforme non siano solo i clienti ma anche le società di gestione, dato che agevolano l’accesso alla distribuzione centralizzando le attività operative, amministrative e anche informative in una controparte unica. “Anche il mondo degli ETF sta trovando supporto nelle piattaforme proprio in virtù delle accresciute esigenze di servizi informativi ed amministrativi che si affiancano all’operatività pura”, aggiunge Megliani.

Per Silvano Viotti, head of business development di SGSS, il primo effetto di questa evoluzione è stata una maggiore convergenza tra fondi esteri e fondi italiani. Secondo il manager, nel disegnare le soluzioni, SGSS ha dovuto integrare entrambe le tipologie di fondi per fornire un servizio a valore aggiunto. “Abbiamo sviluppato un servizio di reporting ex-ante, che prevede la raccolta di tutti i dati necessari al distributore (EMT on-going, EMT one-off, fixed costs, on-going e fixed personalizzati, target market, dati di incentivo, ecc.) per assolvere ai suoi obblighi e per consentirgli di migliorare la consulenza prestata relativamente ai fondi commercializzati. Stiamo inoltre sviluppando un servizio di reporting ex-post, grazie al quale saremo in grado di calcolare e fornire ai distributori i costi effettivamente sostenuti dagli investitori (inclusi gli incentivi pagati al distributore)”, spiega Viotti.

Diverso è il caso di Fundstore, piattaforma nata con una propensione al cliente finale ma che “fin dall’introduzione della MiFID ha sempre creduto in una revisione del processo di collocamento al pubblico che potrebbe avvantaggiare i consulenti indipendenti”, dice Simone Calamai, amministratore delegato della società. Proprio per questo motivo, come spiega l’AD, da tempo la piattaforma ha realizzato una serie di servizi per gli IFA e, da inizio 2017, commercializzato Synapse, il nuovo servizio di sub-collocamento rivolto al B2B in partnership con SGSS.

 

MiFID II, maggiori servizi

Un ruolo importante è stato sicuramente svolto da MiFID II. La nuova normativa, come ricorda Federico Odello, direttore commerciale di Online SIM, prevede regole più stringenti che comportano un aumento degli obblighi informativi da parte degli intermediari sia nella fase di proposizione del prodotto sia nella rendicontazione post-vendita. “Il punto cardine dell’adeguamento è stato il lavoro di integrazione e di normalizzazione dei flussi informativi provenienti dalle case di gestione e il conseguente ribaltamento delle informazioni verso il mercato di riferimento. In particolare, per i nostri sub-collocatori, abbiamo sviluppato una piattaforma MiFID II compliant che possa dare pronte risposte, sia per la product governance sia per l’advisory process pre e post trade, consentendo dunque all’intermediario di mantenere e gestire in maniera semplice una piattaforma aperta su fondi di terzi”, dettaglia Odello.

Essendo una piattaforma online B2C, il manager aggiunge come dalla società abbiano ridisegnato parte dei processi anche a livello di pagine web, integrando le informazioni richieste dalla normativa rappresentandole in maniera trasparente e mantenendo nel contempo inalterata la customer experience.

Fondamentale è quindi il contributo della direttiva europea, che ha portato le piattaforme di fondi ad arricchire la propria offerta di servizi. In Allfunds i servizi informativi MiFID sono veicolati con diverse modalità ai collocatori e sono disponibili online in una sezione dedicata del sistema web della società, il Regulatory Data Hub, “dove oltre a MiFID trovano spazio le informazioni relative a Solvency, COVIP e PRIIPs”, spiega Megliani.

Per Viotti, le piattaforme di post trading/execution B2B (come il SIP in Italia) hanno dovuto integrare molti più dati rispetto a quelli solitamente necessari, con l’obiettivo di offrire un miglior supporto ai distributori nell’attività di consulenza. Tra questi dati vi sono le commissioni di gestione, le commissioni di distribuzione, quelli di incentivo e di target market. “Lo si è fatto per consentire una copertura totale dei prodotti in distribuzione ma senza tutta l’attività amministrativa e di contatto con le case prodotto (distribuzione e ricezione dei dati nel formato richiesto). SGSS ha pertanto sviluppato un servizio in outsourcing per i distributori”, spiega il manager della banca francese.

Avendo sposato la scelta di rimanere focalizzata su collocamento ed execution, per Fundstore gli adeguamenti alla normativa risultano invece minimi. “Da almeno cinque anni diamo evidenza granulare degli inducement che percepiamo dalle società prodotto sui singoli prodotti. In ogni caso, lavoriamo per implementare tutto quanto necessario a rispettare la direttiva, con particolare riguardo a target market e disclosure sui costi. Già da qualche anno abbiamo scelto di essere più trasparenti rispetto alla media del mercato relativamente alle tipologie di costi che gravano sui prodotti”, conclude Calamai.