La Fed non ha bisogno di alzare tassi

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Il Bureau of Labor Statistics ha riportato lo scorso venerdì i dati sulla crescita dell’occupazione negli Stati Uniti, aumentata a ottobre, con i payroll dei settori non agricoli in rialzo di 271mila unità, molto al di sopra delle attese medie di mercato (188mila unità). I dati si sono dimostrati solidi sotto tutti i punti di vista, con il tasso di disoccupazione che è sceso al 5% e la crescita dei salari salita al 2,5%. Stiamo quindi iniziando ad avere segnali che il miglioramento del mercato del lavoro sta iniziando a tradursi in salari più elevati.
 
Tutto ciò rafforza le ragioni a favore di un rialzo dei tassi a dicembre, quando ci sarà un incontro della Federal Reserve definito dal presidente Janet Yellen “vivo”, nel senso che un intervento è sul tavolo. Nel caso fosse effettivamente deciso un aumento dei tassi, cosa ancora incerta dato che manca ancora un mese di dati da pubblicare, ci aspetteremmo una comunicazione accompagnatoria dal tono “da colomba”.

La bilancia dei rischi inflativi è ora spostata un po’ verso il rialzo dell’inflazione, ma dato che il suo livello attuale vicino allo zero, i salari che mostrano un aumento solo modesto e il rialzo del dollaro sono tutti elementi che lavorano al posto della Fed, sembra non esserci bisogno di una stretta aggressiva di politica monetaria.