L’unione del mercato dei capitali potrebbe essere più vicina

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Stuart Chalmers, Flickr, Creative Commons

Proseguono gli sforzi della Commissione europea per lo sviluppo di un’unione dei mercati dei capitali che, si legge in un comunicato dell’istituzione, “andrà a vantaggio di tutti gli Stati membri, ma rafforzerà soprattutto l'unione economica e monetaria, promuovendo la condivisione del rischio privato”. Nello specifico, le proposte presentate di recente (che dovranno essere approvate da Parlamento e dal Consiglio) hanno l’obiettivo di potenziare il mercato transfrontaliero dei fondi d’investimento, promuovere il mercato UE delle obbligazioni garantite come fonte di finanziamento a lungo termine e garantire agli investitori maggiore certezza nelle operazioni transfrontaliere in titoli e crediti.

Le proposte in dettaglio 

Sul fronte delle obbligazioni garantite europee, la proposta della Commissione riguarda l’armonizzazione delle norme nazionali nell'emissione di questi titoli. Con 2.100 miliardi di euro in essere, essi costituiscono oggi uno dei maggiori mercati del debito nell'UE. Le banche europee sono leader mondiali in questo mercato che rappresenta un'importante fonte di finanziamento a lungo termine in molti Stati membri dell'UE ma che risulta, tuttavia, ancora molto frammentato lungo i confini nazionali.

Le norme presentate mirano a rafforzare l'uso delle obbligazioni garantite come fonte di finanziamento stabile e vantaggioso sotto il profilo dei costi per gli enti creditizi, specialmente laddove i mercati sono meno sviluppati. Esse offrono inoltre agli investitori una gamma di opportunità di investimento più ampia e sicura. Al tempo stesso, la proposta è intesa a ridurre il costo del debito per l'economia nel suo complesso. La Commissione stima che il potenziale risparmio annuo totale per i debitori dell'UE sarebbe compreso tra 1,5 e 1,9 miliardi di euro. 

Per quanto riguarda la distribuzione transfrontaliera dei fondi d'investimento, l’obiettivo principale è rimuovere gli ostacoli normativi che attualmente la rallentano, rendendola troppo onerosa. “Il mercato UE dei fondi d'investimento ha un valore complessivo di 14.300 miliardi di euro ma non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale”, si legge nel comunicato. Solo poco più di un terzo (37%) dei fondi OICVM e circa il 3% dei fondi di investimento alternativi, infatti, sono registrati per la vendita in più di tre Stati membri.

L’ultima proposta, poi, riguarda i casi di trasferimento di crediti da un investitore all’altro. Al momento, sottolineano dalla Commissione, non vi è certezza giuridica su quale legge nazionale si applichi per determinare chi possiede il credito dopo che è stato ceduto in un caso transfrontaliero. Stando al progetto legislativo presentato dall’istituzione, invece, si applicherebbe la legge del Paese in cui i creditori hanno la residenza abituale, indipendentemente dallo Stato membro i cui organi giurisdizionali o autorità sono chiamati a esaminare il caso.

Prime reazioni

Non si sono fatte attendere le prime reazioni alle proposte della Commissione. Nello specifico, EFAMA ha commentato che, sebbene facilitare la distribuzione transfrontaliera dei fondi di investimento in Europa e cercare ulteriori modi per rafforzare il mercato unico sia un obiettivo che accoglie con favore, “non ritiene che l’aggiunta di ulteriori requisiti regolamentari mediante una revisione legislativa in questa fase di mezzo rappresenti la via più appropriata per affrontare gli ostacoli esistenti alla distribuzione transfrontaliera dei fondi”. Anziché aggiungere nuove regole alla struttura complessa esistente, secondo l’Associazione la priorità principale dovrebbe essere quella di consolidare ulteriormente e chiarire le norme e i processi esistenti.

"EFAMA sosterrebbe fortemente un intervento dell'ESMA. Ciò migliorerà la convergenza della vigilanza e la certezza del diritto sulla base di un'intesa comune tra i regolatori nazionali e potrà essere sviluppato e attuato entro un periodo di tempo molto più breve rispetto a una proposta legislativa", ha commentato Peter De Proft, direttore generale di EFAMA.