L’ottica di lungo termine per guardare oltre le asset class tradizionali

Avere una visione di lungo periodo è il mantra di ogni gestore attivo. Tuttavia questo permette anche di andare oltre nel processo di analisi, cercando asset class alternative a quelle tradizionali oppure analizzando in maniera più accurata quei settori che al loro interno nascondono opportunità interessanti, attraverso un’esposizione, anche indiretta, a determinati macro- trend. Questo è stato il fulcro della seconda parte del dibattito organizzato da FundsPeople su come la disruption e i nuovi rischi economici possano impattare i portafogli.

“In un contesto di forte volatilità il miglior modo per entrare sul mercato è attraverso un’ottica di lungo periodo, altrimenti saremmo dei trader”, commenta Andrea Dolsa, VDG e CIO di Euromobiliare AM SGR. Sicuramente un ottimo modo per farlo è attraverso l’individuazione di tematiche ben definite in cui deve essere chiara la distinzione con gli investimenti settoriali. “È possibile che anche in un settore tradizionale o a bassa crescita ci siano delle aziende growth, cioè le winner del futuro, ma queste saranno sempre collegate a specifici trend, attraverso cui si può trovare e creare valore”, aggiunge.

In un mondo a tassi zero, con un ciclo economico, finora il più lungo degli ultimi trenta anni e la forte volatilità è difficile creare valore tramite le asset class tradizionali. “La visione di lungo termine permette di esporci a tematiche che si possono facilmente anche spiegare ai clienti, come la disruption tecnologica o i fattori demografici”, dichiara Antonio Ligori, responsabile Asset Allocation di Mediobanca SGR. “Selezionare i giusti trend non è facile, ma la diversificazione dei portafogli avviene attraverso un approccio top down e un’attenta analisi di fondi di terzi”, conclude l’esperto.

Alla luce delle forti correzioni avvenute sugli asset rischiosi a causa del Coronavirus, un problema di cui ancora oggi è difficile prevedere i tempi di uscita, si sono aperte delle opportunità di medio lungo periodo sul comparto azionario in primis. Per quanto riguarda la componente obbligazionaria, considerando gli importanti QE annunciati dalle principali Banche Centrali ci sarà un notevole sostegno nei prossimi mesi, il mix migliore tra governativi core e titoli a spread cambierà al progressivo normalizzarsi della situazione. È di questo parere Rossana Brambilla, head of Multi-Asset and Multi-Manager Responsible Investing di Sella SGR.

L’altra faccia dell’healthcare

Se finora il settore healthcare è sempre stato inserito in un portafoglio con obiettivi difensivi e anti-ciclici, ora le cose sono cambiate. Ed è la conseguenza di una prospettiva di lungo periodo che tiene conto dei cambiamenti che stanno coinvolgendo il sistema sanitario mondiale. “Sono particolarmente attraenti le mid e small cap del biotech, in generale la sanità dei mercati emergenti e le aziende sanitarie con modelli di business innovativi e digitali che guidano l’efficienza economica”, dichiara Marco Cianflone, portfolio manager di Sectoral AM. Ma anche la stessa innovazione e digitalizzazione può essere analizzata secondo punti di vista differenti, a seconda che siano dei Paesi emergenti e di quelli sviluppati. “Per esempio se da un lato la telemedicina può servire a contenere le spese sanitarie, nei Paesi in via di sviluppo permette l’accesso ad una fetta importante di popolazione, anche laddove non sono esistono nelle vicinanze cliniche e medici”, conclude.