L’OPEC estende i tagli dell’approvvigionamento

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Campbell X, Flickr, Creative Commons

L’OPEC potrebbe festeggiare un accordo storico per estendere i tagli dell'approvvigionamento ma, dopo la festa, l'organizzazione si troverà ad affrontare un trio di domande al momento incompiute. La delicata relazione lucrativa tra Arabia Saudita e Russia sopravviverà per tutta la vita dell’accordo? L'aumento dell’output statunitense provocherà molte tentazioni per i Paesi dell'OPEC nell’attenersi alle proprie promesse di produzione? Qual è il piano dell'OPEC nel lungo termine?

L'accordo per mantenere il taglio per altri nove mesi, potrebbe scadere a marzo con un ritorno alla “politica di pompaggio” (pump at will) dell'OPEC, che ha prevalso tra il 2014 e il 2016 e spinse i prezzi sotto i 30 dollari al barile; oppure l'organizzazione potrebbe solo continuare a regolare la produzione. Secondo gli strategist di Swissquote, la notizia è già incorporata negli attuali prezzi di mercato dato che il WTI si è già apprezzato di 7 dollari al barile dal 5 maggio scorso. "D’altro canto, qualora decidessero di non prorogare l’accordo, assisteremo ad una reazione negativa asimmetrica, mentre se i tagli si facessero più consistenti vedremmo un rapido rally delle quotazioni", precisano gli esperti.

Nuovo piano

Nonostante l'ammissione che la scadenza dell'accordo a novembre, per limitare la produzione, non sia riuscita ad eliminare l’offerta globale del petrolio, l'impegno di due dozzine di Paesi produttori di oro nero è riuscito a stabilire un nuovo piano per i prezzi, che risultano ben al di sopra dei minimi registrati lo scorso anno. L'accordo, che include i Paesi che rappresentano il 60% della produzione mondiale, ha già consegnato i bilanci nazionali da Mosca a Teheran, in quanto i più alti prezzi hanno superato il livello più basso di produzione. L'estensione a marzo prolunga quindi un raro periodo di collaborazione tra l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e alcuni dei suoi più grandi rivali. L'ultima volta che entrambe le parti hanno collaborato risale a ben 15 anni fa. All'epoca, l'accordo si interruppe subito dopo la sua stipulazione.

Alexander Novak, ministro dell'energia russo, ha dichiarato come il rapporto tra OPEC e i non membri del cartello sia stato "un momento cruciale".

Calcolo dello spostamento

I calcoli possono passare quindi al 2018, testando la cooperazione sempre più stretta tra Arabia Saudita e Russia, dove questa potrebbe non rientrare nel migliore interesse dei bilanci di Vladimir Putin per tenere nuovi campi petroliferi sullo scaffale russo. Le entrate mancate sarebbero state percepite principalmente dalla Rosneft PJSC, di proprietà statale, su progetti destinati a far crescere la produzione nel 2018 e 2019.

Inventari più alti

La ricostituita produzione americana ha significato che gli inventari petroliferi restino ben al di sopra del livello destinato dai ministri dell'OPEC. Secondo l’Oil & Gas team di Exane BNP Paribas, si dovrà aspettare fino alla fine dell’anno per vedere i livelli delle scorte globali di petrolio sul livello medio degli ultimi 5 anni. "In questo contesto, il potere di mercato dei paesi dell’OPEC dovrebbe essere debole. Inoltre, in linea con la nostra teoria dei cicli a lungo termine, i periodi caratterizzati da una bassa crescita nominale sono stati storicamente accompagnati da un calo del petrolio. Una brusca diminuzione del prezzo del petrolio potrebbe far scaturire timori su uno scenario simile a quello del 2015, con conseguenti pressioni al ribasso sui mercati creditizi", spiegano gli esperti

Secondo gli analisti, l'estensione dell'accordo supporterà la produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti che farà registrare il più veloce tasso di crescita di sempre. Nel 2018, gli inventari petroliferi globali dovrebbero quindi aumentare di circa 600.000 barili al giorno nel primo trimestre, seguiti da circa 500.000 per ogni trimestre per il resto dell'anno.

Cosa l’OPEC farà nel futuro prossimo, non è ancora chiaro. Come successo di recente, nel mese di marzo, il massimale di produzione è stato considerato come un appoggio a breve termine per portare rapidamente gli inventari mondiali di petrolio ai tipici livelli storici.

Per Mike Della Vedova, gestore del fondo con rating Consistente Funds People T. Rowe Price European High Yield Bond, il prezzo del petrolio e delle materie prime ha richiamato a sé l'attenzione dei mercati finanziari, dove "le preoccupazioni per un eccesso di offerta e le paure per un calo della domanda da parte della Cina hanno dominato i titoli dei giornali, causando volatilità e debolezza dei prezzi. Tuttavia, alla luce di queste continue preoccupazioni, la bassa volatilità in Europa rispetto agli Stati Uniti rappresenta un fattore interessante", afferma il manager.

I fondi commodities con marchio Funds People 2017

Nella lista dei fondi con marchio Funds People 2017, troviamo tre prodotti commodities, di cui due con rating Consistente ed uno con rating Blockbuster, che investono anche nel settore energetico delle materie prime, e quindi nell'oro nero. Il fondo con rating Blockbuster è il Fideuram Fund Commodities, con un patrimonio globale pari a circa 180 milioni di sterline, che mira ad aumentare il valore del capitale nel lungo termine, investendo prevalentemente in strumenti derivati aventi come sottostante indici o indici secondari su commodities, unità e/o azioni di fondi con esposizione a indici o indici secondari su commodities, obbligazioni strutturate collegate ad indici o sottoindici su materie prime, azioni prevalentemente quotate in borsa o negoziate in un altro mercato regolamentato in tutto il mondo emesso da società la cui attività principale sia la produzione, estrazione, commercio o produzione di materie prime, risorse energetiche e prodotti agricoli. Infine, il comparto investe anche in attività liquide con finalità di copertura derivata.

Il primo fondo con rating Consistente Funds People è invece l’NN (L) Commodity Enhanced, con un patrimonio totale pari a circa 119 milioni di dollari, che punta a battere nel lungo termine le performance del benchmark Bloomberg Commodity Total Return Index. Il fondo offre un'esposizione diversificata ai settori delle materie prime quali l'energia, l'agricoltura, i metalli industriali, i metalli preziosi e il bestiame, dove le posizioni in portafoglio nelle singole materie prime sono quasi identiche a quelle del parametro di riferimento. Tuttavia, le scadenze dei relativi contratti possono discostarsi da quelle dei contratti che compongono il parametro di riferimento. L'intento è quello di ridurre al minimo il roll loss e massimizzare il roll return.

Il secondo Consistente è infine il Fulcrum Commodity Fund, con masse totali pari a circa 49 milioni di dollari, che mira ad offrire rendimenti assoluti positivi investendo in indici di commodities e opzioni, adottando tecniche sistematiche. Il portafoglio ha un'impostazione quantitativa e le decisioni in materia di investimenti si basano su vari fattori, tra cui prezzo, volatilità e dati storici. Come per l’NN (L) Commodity Enhanced, gli investimenti saranno effettuati in una gamma di materie prima quali energia, metalli industriali e preziosi, agricoltura e bestiame.

FONDO SOCIETÀ CATEGORIA MORNINGSTAR MARCHIO FUNDS PEOPLE
Fideuram Fund Commodities Fideuram EAA Fund Commodities - Broad Basket B
Fulcrum Commodity Fund FundRock EAA Fund Commodities - Broad Basket C
NN (L) Commodity Enhanced NN IP EAA Fund Commodities - Broad Basket C

Fonte: Morningstar Direct