L’Italian Sustainability Week, le variabili ESG al tempo del Covid-19

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Laura Ockel, Unsplash

In occasione della prima edizione dell’Italian Sustainability Week (dal 29 giugno al 3 luglio 2020) organizzato da Borsa Italiana, 40 società rappresentanti più del 50% della capitalizzazione di mercato si incontrano virtualmente primari investitori domestici e internazionali per discutere le proprie strategie di crescita sostenibile. L’Italian Sustainability Week è un'evoluzione dell’Italian Sustainability Day, organizzato per promuovere un confronto pubblico tra imprese e investitori. 

Durante l’incontro i diversi soggetti si sono interrogati sui traguardi raggiunti in tema di investimento sostenibile e sulle sfide future alla luce dell’emergenza Covid-19. Angelo Meda, head of Equities di Banor SIM, spiega che non c’è un approccio giusto o sbagliato alle variabili ESG: ci sono diversi stili di gestione. “Ormai quasi tutti i gestori non possono trascurare i no-financial data nel processo di selezione degli emittenti”, spiega. “Naturalmente l’approccio deve essere modulato a seconda dell’azienda che andiamo ad analizzare: non possiamo utilizzare lo stesso framework per settori, capitalizzazioni, aree geografiche diverse. In Banor Sim utilizziamo una materiality map che definisce le key metrics per settore e attraverso un approccio best in class selezioniamo gli emittenti”.

Negli ultimi mesi, a seguito dell’emergenza Covid-19, molti gestori hanno cominciato a focalizzarsi su due variabili in particolare: la “S” e la “G”. “La pandemia ha aumentato la sensibilità degli investitori verso lo human capital management e la responsabilità sociale. L’obiettivo primario di Eurizon Capital SGR è creare valore per l’investitore per questo motivo abbiamo sviluppato collaborazioni con la clientela istituzionale per promuovere sinergie sul fronte ESG”, spiega Cristina Ungureanu, head of Corporate Governance di Eurizon Capital SGR. “I criteri ESG vengono applicati a tutte strategie attive sia a benchmark che flessibili. La selezione viene fatta secondo criteri positivi e negativi, con lo scopo di partecipare attivamente all’engagement delle società in cui investiamo. Ci siamo resi conto che anche nei board è aumentata l’attenzione alla sostenibilità, sia per le large sia per le small cap. Spesso queste ultime sono molto impegnate in queste tematiche, ma lo comunicano poco”.

Per Kairos Partners SGR, nel processo di selezione, è fondamentale il dialogo con il management della società. “Ci permette di capire i piani futuri, le strategie di crescita e le modalità di integrazione dei criteri ESG”, spiega Guido Maria Brera, CIO Asset Management di Kairos Partners SGR. “Il mondo della gestione sta ancora aspettando una tassonomia comune che permetta di confrontare i diversi risultati in termini ESG”.

Etica SGR ha definito dei chiari criteri di selezione per la ricerca di quelle società più resilienti. Aldo Bonati, corporate Engagement and Networks Manager della società, spiega che i portafogli di Etica SGR hanno un basso turnover di portafoglio: “Diamo molta importanza al tema dell’engagement e alla transizione energetica. Cerchiamo di mitigare i rischi a cui le società possono andare incontro: la sostenibilità non deve far parte solo della strategia di comunicazione, ma anche delle politiche strategiche dell’azienda”.