L'Italia deve continuare ad aumentare la copertura del sistema pensionistico privato

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Hamza Butt, Flickr, Creative Commons

Aspetti demografici, quali le sempre più lunghe aspettative di vita, e sistemici continuano a influenzare le scelte sugli assetti dei sistemi pensionistici nei diversi Paesi nel mondo.

La ricerca Melbourne Mercer Global Pension Index (MMGPI) porta alla luce best-practice condivisibili, non mancando di ricordare che ogni Paese ha caratteristiche diverse nell’impostazione di base del sistema, tanto che i risultati di eventuali riforme possono essere esperiti nel lungo periodo, rispetto alle 11 edizioni dell’analisi. L’indice, che sotto il termine “sistema pensionistico” intende la somma di previdenza pubblica, complementare e del risparmio previdenziale, anche attraverso strumenti assicurativi e di risparmio gestito, prende in considerazione i sistemi previdenziali in senso ampio come un insieme di strumenti che garantiscono la gestione finanziaria dell’uscita dalla vita lavorativa dei singoli.

Il confronto, iniziato 10 anni fa e che tutt’oggi prosegue, aggrega i dati basati su oltre 40 indicatori, relativi a diversi Paesi, suddivisi in tre macro-aree: AdeguatezzaSostenibilità e Integrità. Con adeguatezza si intende il livello delle prestazioni erogate per la media dei lavoratori. All’interno della macro-area sostenibilità si trovano indicatori quali la percentuale di adesione a fondi di previdenza complementare e a fondi pensione, aspetti demografici ed alcune evidenze macroeconomiche come contribuzione e debito pubblico.

La macro-area integrità, infine, considera diversi elementi di normativa e governance del rischio pensionistico, così come il livello di fiducia che i cittadini di ogni paese hanno nel loro sistema. Il valore dell'indice per ciascuno dei sistemi pensionistici presi in esame rappresenta la media ponderata di queste tre macro-aree; le ponderazioni utilizzate sono pari al 40% per la macro-area “adeguatezza”, al 35% per la macro-area “sostenibilità” e al 25% per la macro-area “integrità”.

Il valore dell’indice rappresenta quindi una media ponderata dei punteggi in queste tre diverse macro-aree. La metodologia è rimasta pressoché invariata nelle successive edizioni, così come l’assunto che per garantire la tenuta della previdenza di un Paese, il reddito pensionistico deve essere sostenuto da “pilastri” pubblici e privati. Nella ricerca vengono definiti e valorizzati, in ogni sistema previdenziale, il “pilastro 0”, ovvero la previdenza minima garantita dallo Stato; il “pilastro 1”, ovvero la previdenza pubblica obbligatoria; il “pilastro 2”, ovvero la previdenza complementare collettiva; il “pilastro 3”, ovvero la previdenza complementare individuale e il “pilastro 4” ovvero i risparmi e altre entrate delle famiglie.

Nell’analisi quest’anno il calcolo del "tasso di sostituzione”, cioè l’indicatore che valuta l’adeguatezza della prestazione pensionistica confrontando l’importo della prima annualità pensionistica in relazione all’ultimo reddito annuo completo immediatamente precedente il pensionamento prendono come riferimento per quest’ultimo valore dati internazionali forniti dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

Sul podio, al primo posto, i Paesi Bassi con 81.0 punti. A seguire, Danimarca e Australia, rispettivamente con 80.3 e con 75.3 punti. L’Italia si trova al 27° posto, con 52.2 punti.

Rispetto all’Italia il Report suggerisce di:

  • Continuare ad aumentare la copertura del sistema pensionistico privato, sia in termini di partecipazione che di asset investiti a disposizione per pagare le prestazioni nel futuro, per garantire un elevato tasso di sostituzione tra reddito da lavoro e reddito da pensione;
  • Continuare a far crescere il tasso di partecipazione al mondo del lavoro della popolazione di tutte le età, ed ampliando la partecipazione in età matura
  • Limitare l’accesso a benefit di natura previdenziale prima del pensionamento;
  • Ridurre l’ammontare del debito pubblico, per il suo impatto diretto sul primo pilastro pensionistico

"Con un’aspettativa di vita sempre più lunga e un tasso di crescita economica globale in potenziale contrazione, avere a disposizione una componente di lavoratori esperta e preparata è sicuramente un vantaggio competitivo che le aziende dovranno cominciare a considerare. Essere age ready sarà la nuova sfida per gli individui e presupporrà un cambiamento di paradigma. Rispetto ad un modello che vede i tempi dello studio, del lavoro e della pensione come nettamente distaccati, sarà necessario considerare momenti di ibridazione e transizione, che garantiranno la sostenibilità del sistema pensionistico a livello individuale e collettivo" , spiega Marco Valerio Morelli, amministratore delegato Mercer Italia. 

"In un Paese come il nostro, dove siamo abituati all’idea della pensione pubblica come unica fonte di sostentamento per una vecchiaia serena, è sicuramente necessario un cambiamento. Attraverso un approccio maggiormente diversificato al sistema pensionistico, che tenga conto di pilastri previdenziali costruiti anche a livello individuale, il sistema Paese garantirebbe maggiore sostenibilità del benessere finanziario per i singoli".

   Posizione   

         Paese           

Totale         

Adeguatezza

Sostenibilità

Integrità

1

Paesi bassi

81.0

78.5

78.3

88.9

2

Danimarca

80.3

77.5

82.0

82.2

3

Australia

75.3

70.3

73.5

85.7

Italia

27

Italia

52.2

67.4

19.0

74.5

Le prime 3 posizioni in classifica e l'Italia – fonte MMGPI Report – Mercer 2019

Il profilo del sistema pensionistico ideale, tratteggiato dalla ricerca e che si rispecchia nei sistemi vincitori, è quello in cui:

  • Il tasso di sostituzione della pensione è pari ad almeno il 65%, al netto delle imposte rispetto al reddito medio;
  • Una quota pari ad almeno il 60% del risparmio pensionistico viene erogata sotto forma di rendita;
  • Almeno il 70% della popolazione in età lavorativa aderisce a piani pensionistici privati;
  • Il totale degli attivi raccolti dai fondi pensione per finanziare future passività pensionistiche è superiore al 100% del valore del PIL;
  • Il tasso di partecipazione alla forza lavoro dei senior (55-64 anni) è pari ad almeno il 70% tra i cittadini della fascia d’età;
  • È prevista una pensione minima che rappresenti una percentuale ragionevole rispetto allo stipendio medio della popolazione attiva;
  • I Fondi Pensione siano trasparenti nei confronti sia degli aderenti che della comunità finanziaria nel suo complesso.

Un focus sull’Italia

L’Italia quest’anno occupa il 28° posto, è 18° per Adeguatezza, 20° per Integrità e a fondo scala, come sempre da quando è oggetto della ricerca, per Sostenibilità

Il valore di Adeguatezza è superiore alla media, con un punteggio di 67.4 (contro 60.6 punti di media) e rende l’Italia assimilabile alla Svezia (67.5 punti) e all’Austria (68.2 punti).

Anche il valore dell’Integrità, di 74.5 punti, supera la media di 69.7 punti, ancora una volta rendendolo vicino al valore austriaco di 74.4 punti, e a quello di Germania e Irlanda, rispettivamente con 76.4 e 76.3 punti.

Diverso invece il risultato ottenuto nell’area delle Sostenibilità, dove l’Italia raggiunge 19.0 punti a confronto con una media di 50.4 punti, ottenendo così l’ultimo posto in classifica in questa area. Quest’area misura la capacità del sistema pensionistico di continuare a garantire gli attuali livelli di erogazione nel futuro, ed in tal senso mette in evidenza la debolezza di numerosi sistemi pensionistici. Assimilabili alla situazione italiana in questa area ci sono Austria con 22.9 punti, Spagna (26.9 punti), Turchia (27.1 punti) e Brasile (27.7 punti).

"Sebbene l’adeguatezza delle pensioni erogate oggi in Italia sia più che soddisfacente, il valore della macro area sostenibilità ci dice che questo in futuro potrebbe non essere più vero. Le ragioni sono da ricercarsi nella minima adesione a piani pensionistici privati e nel conseguente livello di attività delle pensioni private, rispetto ad altre economie di Paesi sviluppati - nonostante la crescita del dato rispetto alla prima partecipazione dell’Italia alla ricerca è pari quest’anno al 9,5% del PIL (fonte COVIP) e nel contesto demografico, dove tuttavia il tasso di partecipazione alla forza lavoro dei lavoratori più anziani (età 55-64) continua ad essere uno dei più bassi dei 37 paesi", aggiunge Morelli.

"L'attuazione di riforme nell’ambito più vasto dei sistemi pensionistici rimane un tema chiave, e non solo in Italia. La curva demografica di molti paesi occidentali, tra cui l’Italia, impatterà altresì sulla spesa per il welfare, con impatti diretti sui sistemi previdenziale e sanitario", continua Morelli. "A mio parere, non prendere in considerazione il segnale di attenzione che dal 2014 il Report ci invia sarebbe un errore: la vera area di miglioramento, per l’Italia, ha a che fare con la mancanza di un approccio multi-pilastro al sistema pensionistico. In una prospettiva di medio-lungo periodo, è arrivato il momento di cercare un nuovo equilibrio, sia per le generazioni anziane, che potrebbero ancora voler contribuire al benessere più ampio del sistema Paese, sia per le giovani generazioni, che rischiano di dover pagare un conto insopportabile. Non ci dimentichiamo infatti che il vero tema del sistema è quello dell’occupazione, della disoccupazione in particolare giovanile", conclude Morelli.

 

Posizione

 

Paesi

 

Totale

 

Adeguatezza

 

Sostenibilità

 

Integrità

1

Paesi Bassi 

81.0

78.5

78.3

88.9

2

Danimarca 

80.3

77.5

82.0

82.2

3

Australia 

75.3

70.3

73.5

85.7

4

Finlandia

73.6

73.2

60.7

92.3

5

Svezia 

72.3

67.5

72.0

80.2

6

Norvegia 

71.2

71.6

56.8

90.6

7

Singapore 

70.8

73.8

59.7

81.4

8

Nuova Zealanda 

70.1

70.9

61.5

80.7

9

Canada 

69.2

70.0

61.8

78.2

10

Chile 

68.7

59.4

71.7

79.2

11

Irlanda

67.3

81.5

44.6

76.3

12

Svizzera 

66.7

57.6

65.4

83.0

13

Germania 

66.1

78.3

44.9

76.4

14

UK 

64.4

60.0

55.3

84.0

15

Hong Kong SAR 

61.9

54.5

52.5

86.9

16

Malaysia 

60.6

50.5

60.5

76.9

16

USA 

60.6

58.8

62.9

60.4

18

Francia

60.2

79.1

41.0

56.8

19

Peru 

58.5

60.0

52.4

64.7

20

Colombia 

58.4

61.4

46.0

70.8

21

Polonia

57.4

62.5

45.3

66.0

22

Arabia Saudita

57.1

59.6

50.5

62.2

23

Brasile

55.9

71.8

27.7

69.8

24

Spagna 

54.7

70.0

26.9

69.1

25

Austria 

53.9

68.2

22.9

74.4

26

Sud Africa 

52.6

42.3

46.0

78.4

27

Indonesia 

52.2

46.7

47.6

67.5

27

Italia

52.2

67.4

19.0

74.5

29

Corea 

49.8

47.5

52.6

49.6

30

Cina 

48.7

60.5

36.7

46.5

31

Giappone

48.3

54.6

32.2

60.8

32

India 

45.8

39.9

44.9

56.3

33

Messico 

45.3

37.5

57.1

41.3

34

Filippine 

43.7

39.0

55.5

34.7

35

Turchia 

42.2

42.6

27.1

62.8

36

Argentina 

39.5

43.1

31.9

44.4

37

Thailandia 

39.4

35.8

38.8

46.1

 

Media ponderata

59.3

60.6

50.4

69.7

Classifica completa MMGPI 2019 – Fonte Mercer 2019